“Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare”. Questo l’auspicio di Gino Cecchettin durante il suo messaggio letto durante la cerimonia funebre che si è svolta nella Basilica di Santa Giustina dove è arrivata la bara bianca coperta di rose rosse. “Mia figlia Giulia era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria, allegra e vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma.”, ha aggiunto. “Il femmincidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle; invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi, fino a perdere la loro libertà, prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo. Com’è può essere successo a Giulia?”. “Ci sono tante responsabilità – ha detto – ma quella educativa coinvolge tutti. Mi rivolgo per primi agli uomini: per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere”. E infine ha aggiunto: “Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni”. Un lungo applauso ha accolto la fine del saluto di Gino Cecchettin. Una volta arrivato al banco della prima fila, ha abbracciato e stretto forte i due figli. Anche da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato un messaggio che ricorda come “Il valore e il rispetto della vita vanno riaffermati con determinazione in ogni ambito, circostanza e dimensione”. È stata Giulia Zecchin, 22 anni, migliore amica di Giulia Cecchettin, a leggere la prima lettura durante il funerale per la giovane uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. La famiglia ha voluto che venisse data lettura di un passo dal libro del profeta Isaia. “Un germoglio spunterà dal tronco di lesse, un virgulto – recita l’incipit – germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore”. Una stretta di mano ed un abbraccio tra il ministro Carlo Nordio e Gino Cecchettin, durante lo scambio del segno di pace. Il padre della giovane vittima ha poi ricevuto l’abbraccio di altri rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente del Veneto Luca Zaia, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani, oltre ad altre personalità della politica, e amici della famiglia. Nordio ha salutato anche i fratelli di Giulia. Rose bianche e palloncini a Saonara, paese dove Giulia aveva vissuto e dove sarà sepolta accanto alla madre.