Illusione Frick, poi la valanga laziale 5 gol alle spalle di Ferron. Nel finale i gol della speranza: Colucci, Cossato e Adailton

La sfida tra Lazio e Verona, terminata con la vittoria biancoceleste per 5-4, è stata la partita con più reti della stagione 2001/2002. Il ricordo di quel match, però, riporta a galla per i tifosi gialloblù antichi e mai sopiti dispiaceri. Quel campionato, infatti, terminato con un’inspiegabile retrocessione in serie B, rimane ancora oggi una ferita aperta nella storia dell’Hellas. Dopo un girone di andata in cui la squadra di Alberto Malesani viaggiava a ritmo europeo, nel girone di ritorno i gialloblù furono
travolti da un’inattesa spirale negativa, che li avrebbe condotti a un esito finale senza precedenti, che nessuno pochi mesi prima avrebbe mai immaginato.
Nonostante una serie inattesa di sconfitte, solo la settimana prima la truppa gialloblù aveva
riacceso le speranze di salvezza grazie alla vittoria ottenuta al ‘Bentegodi’ contro l’Udinese. A
decidere le sorti del match era stato il lussemburghese Mario Frick, in gol al 32esimo del primo tempo. Con questi tre punti, rimanevano da affrontare nell’ordine Lazio, Milan e Piacenza, gli ultimi
tre gradini verso il “Paradiso”.
La partita con la Lazio, però, invece che tenere accesso il filo della
speranza, innescò una nuova sequenza di sconfitte, che alla fine sarebbe risultata fatale.
In quel pomeriggio romano, ironia della sorte, fu ancora Mario Frick a portare in vantaggio il
Verona dopo poco più di dieci minuti di gioco. Il vantaggio, però, fu solo un debole fuoco di paglia
perché Colucci &compagni si sciolsero come neve al sole. La squadra biancoceleste allenata da Alberto Zaccheroni, ebbe una reazione d’impeto, infilando il povero Ferron per ben cinque volte con Stam, Claudio Lopez, Stankovic (due gol) e Crespo.
Solo quando mancavano dieci minuti al novantesimo, chissà per quale congiunzione astrale, i gialloblù ebbero un sussulto di orgoglio segnando tre reti con Leo Colucci, Cossato e Adailton, alimentando una speranza di rimonta
rimasta tale solo nei pensieri. Q
uella squadra del resto era così: per tutto il campionato fece vedere grandi cose per poi smarrirsi, a volte inspiegabilmente. Quella sconfitta, l’ennesima di quel
maledetto girone di ritorno, non innescò reazione alcuna nei gialloblù che inanellarono altre due
sconfitte, finendo dritti in serie B.
A distanza di anni quella rimane una retrocessione alla quale nessuno ha mai saputo dare una vera spiegazione. Si parlò di fratture nello spogliatoio, di stipendi pagati solo in parte e in ritardo, di società in crisi finanziaria. La vera verità, non è mai venuta a galla. Chi sapeva ha fatto finta di non sapere oppure ha preferito non parlare, visto il rischio, decisamente concreto, di gettare altra benzina sul fuoco.