Legambiente Veneto ha incontrato l’Osservatorio per il contrasto alla criminalità̀ organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza, insediato presso il Consiglio Regionale del Veneto. All’incontro hanno partecipato il direttore regionale di Legambiente Piero Decandia, il coordinatore regionale del Centro di Azione Giuridica di Legambiente avv. Enrico Varali e il responsabile nazionale Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, Enrico Fontana. Durante la seduta l’associazione ha avuto modo di essere audita riguardo le principali questioni relative al territorio regionale veneto e che Legambiente riporta nel rapporto Ecomafia, pubblicato annualmente sulla base dei dati delle Capitanerie di Porto e delle forze dell’Ordine del nostro Paese, e attraverso il quale racconta le storie, i numeri e le tendenze dell’illegalità ambientale nel nostro Paese. I casi ed i numeri più importanti riguardano le illegalità nel ciclo del cemento, nel ciclo dei rifiuti e i reati contro la fauna. Nell’ultimo quinquennio sono infatti quasi 2500 i reati accertati nel ciclo del cemento, con 2504 persone denunciate e 178 sequestri. Più di 1200 sono i reati nel ciclo dei rifiuti, con 1679 persone denunciate, 36 persone arrestare e 423 sequestri. Per quanto riguarda il bracconaggio contro la fauna, sono stati 1435 i reati accertati con 1173 persone denunciate e 619 sequestri.
Evidenze sottoposte ai membri dell’osservatorio regionale che rendono chiaro quanto gli interessi delle organizzazioni criminali, dalla ‘ndrangheta alla cosche campane, siano presenti ed operativi anche con proprie dimensioni imprenditoriali per intercettare nuove opportunità di business.
“Legambiente segue con attenzione, anche con il suo livello nazionale, sia l’evoluzione dell’ecomafia in Veneto sia l’impegno delle istituzioni – afferma Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente perché sempre di più queste attività criminali interessano le regioni del Nord e il loro tessuto economico”.