“Il virus a 37 gradi resiste un giorno, a 22 una settimana”. A spiegare quanto il coronavirus resista nell’ambiente, facendo il punto sulle informazioni disponibili è il rapporto tecnico Indicazioni ad interim sull’igiene degli alimenti durante l’epidemia da virus SarS-CoV-2 realizzato dal Gruppo Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità, disponibile online.
Si legge che a temperatura ambiente “virus infettante può essere rilevato fino a 7 giorni a 22°C, o fino a 1 giorno a 37°C”. Inoltre Sars-Cov-2 mostra, nei confronti delle temperature rilevanti per i processi di preparazione dei cibi (cottura e mantenimento dalla temperatura nelle attività di ristorazione), “un comportamento analogo a quello di altri coronavirus come Sars e Mers, non essendo possibile rilevare virus infettante dopo 30 minuti a 56°C e dopo 5 minuti a 70°C”.
Inoltre, i dati disponibili fanno emergere che il virus “ha una diversa sopravvivenza in base alla tipologia di superficie. In uno studio in condizioni controllate di laboratorio (es. umidità relativa del 65%), il virus infettante era rilevato per periodi inferiori alle 3 ore su carta (da stampa e per fazzoletti), fino a un giorno su legno e tessuti, due giorni su vetro, e per periodi più lunghi (4 giorni) su superfici lisce quali acciaio e plastica, persistendo fino a 7 giorni sul tessuto esterno delle mascherine chirurgiche”.
Analoghi risultati sono stati evidenziati da un altro studio che, sempre in condizioni di laboratorio, ha osservato come il virus infettante fosse rilevabile “fino a 4 ore su rame, 24 ore su cartone e 2-3 giorni su plastica e acciaio”.
Sars-Cov-2, inoltre, “risulta efficacemente disattivato dopo 5 minuti di esposizione a comuni disinfettanti quali soluzioni a base di cloro allo 0,1%, etanolo al 70% o ad altri disinfettanti quali clorexidina 0,05% e benzalconio cloruro 0,1%”. Tornando alle condizioni esterne di temperatura infine, questo virus “risulta stabile alle temperature di refrigerazione (+4°C), con una riduzione totale del virus infettante – in condizioni ottimali per la sua sopravvivenza come quelle sperimentali di laboratorio – pari a circa 0,7 log in 14 giorni”.