Anticamente, prima dell’avvento della romanità, la Valpolicella era abitata da una popolazione di origine retica dedita a numerosi culti, che le fonti di età romana chiamano Arusnati.
I Romani dopo la fondazione di Verona, garantirono a questa comunità una forma di autonomia amministrativa: nacque così il pagus degli Arusnati.
Il vino in questa zona naturalistica ha sempre avuto grande importanza e sono numerose le attestazioni che si trovano anche nelle fonti storiche: tra tutti, Plinio il Vecchio ricorda come il vino retico prodotto nella campagna veronese venisse servito alla corte dell’imperatore Tiberio, mentre Cassiodoro qualche secolo più tardi decanta le doti dell’acinaticum, l’antenato del recioto prodotto nel territorio veronese.
La caduta dell’Impero romano segna un’epoca di grande cambiamento culturale: in Valpolicella si insediano nuove genti, che portano con loro la nuova religione: il cristianesimo. Le più antiche testimonianze del nuovo culto sono le pievi e nel corso dei secoli successivi furono edificati molti altri luoghi di culto.
Con l’avvento della signoria Scaligera a Verona, la Valpolicella visse un nuovo periodo di splendore e rinnovata autonomia e nacque così la Contea della Valpolicella. Ma l’indipendenza della valle durò poco: nel 1325 Federico ordì una congiura contro il cugino Cangrande della Scala, che lo fece esiliare a Trento. La Valpolicella venne così definitivamente inglobata nel territorio di Verona.
Dopo un breve periodo sotto la signoria Viscontea di Milano, la valle passò sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia.
L’avvento di Napoleone portò devastazione e saccheggi in tutto il territorio: nel tentativo di aggirare Verona, i francesi bombardarono Pescantina da Bussolengo, saccheggiandola e incendiandola e molti giovani della zona vennero forzatamente arruolati per partecipare alla campagna di Russia. Dopo la caduta di Napoleone, Verona e la Valpolicella passarono sotto il dominio austriaco, e furono inglobate nel regno del Lombardo-Veneto.
La Villa di cui oggi vorrei scrivere risale a questo periodo e si trova a Fumane di Valpolicella, e come molte altre nella zona è sede di una prestigiosa cantina di vini.
I proprietari, la famiglia Ugolini, hanno impiegato vent’anni di impegno e lavoro per poterla acquisire. La Villa si trova a ridosso di una collina che le dona la bellezza di un luogo prezioso e scenografico attorniata com’è da una sorta di anfiteatro di vigneti.
È un’antica casa colonica restaurata nel tempo con grande rispetto degli elementi architettonici che ne esaltano l’importanza storica.
Entrando dal grande portone di ingresso, dopo aver percorso una dolce salita immersa nel verde, ci si trova dentro un portico attraverso il quale si accede ad un’ampia terrazza panoramica. Ciò che appare alla vista e’ un paesaggio dolce dalle diverse tonalità di verde a seconda delle piante, e dai filari di cipressi.
Le tre grandi mappe alle pareti, realizzate dall’artista Luigi Scattolin, offrono al visitatore una visione organica della Valle di Fumane, la Valpolicella Classica, l’intero Bel Paese.
Tiziano Brusco