I Gritti furono una famiglia patrizia veneziana.
Nella prima metà del secolo XVI nella famiglia Gritti venne nominato anche un doge, Andrea Gritti.
La discendenza della famiglia non è certo se provenga dalla Laguna Veneta con i suoi primi abitanti, oppure dall’isola di Creta.
Una leggenda racconta che i Gritti si rifugiarono a Venezia all’epoca dell’invasione degli Unni, e che vennero compresi nel ceto patrizio fin da primi anni della Repubblica, alla quale avrebbero dato antichi tribuni (secondo alcuni storici, l’elezione dei Tribuni insieme con la dichiarazione di Grado a metropoli, il governo tribunizio durò 150 anni, conducendo così appunto a stabilire il principio alla metà circa del secolo VI”).
Nel 1720 un ramo del casato fu investito dal Governo Veneto del titolo comitale, (riferito a Conte che è un titolo nobiliare, diffuso in Europa, superiore al titolo di visconte e inferiore a quello di marchese) garantito a tutta la discendenza maschile e femminile
Alla caduta della Serenissima, la famiglia Gritti era suddivisa in sette diversi rami. Il 13 dicembre 1819 invece, furono concessi ai suoi membri la dignità e il titolo di conti dell’ impero austriaco.
La Villa con i suoi annessi, si articola con i corpi di fabbrica distribuiti attorno alla corte. Il più importante ed imponente è il prospetto avente il corpo padronale, sul retro del quale, il fronte sobrio si apre su una grande aia, con pavimento in cotto, bordata in tufo, con numerosi corpi di fabbrica che la delimitano a testimonianza di una grossa azienda agricola, dedita in particolar modo alla coltura del riso.L’ala a nord-ovest del corpo centrale è ripartita su due piani. A chiudere il lato nord-ovest del giardino è stata realizzata una serra. A sud-est invece, troviamo un corpo su due livelli con porticato ad archi ribassati che poggiano su colonne in pietra a piano terra. Accanto alla serra troviamo una barchessa, rimessa per le carrozze e alloggio di servizio. L’angolo nord-ovest del giardino è chiuso dalla presenza della chiesa dedicata a San Matteo, arricchita del campanile a tre campane dalla famiglia Gritti. Il giardino all’inglese vede la presenza della vasca d’acqua, antistante la barchessa, segnata agli angoli da alti pilastri in pietra. Nella parte finale del giardino che circonda l’aia troviamo infine un rustico del tardo Cinquecento con porticato a piano terra. Dietro il porticato si trova il rustico con doppia destinazione di abitazione e magazzino.
L’antico mulino, si trova lungo il corso d’acqua che attraversa la proprietà. Il prospetto principale caratterizzato dalla scala a doppia rampa immette al piano nobile. Le quattro colonne ioniche di ordine gigante abbelliscono la parte mediana degli ultimi due livelli e sostengono la trabeazione coronata da timpano (In architettura l’ordine gigante o ordine colossale è una disposizione particolare di colonne o pilastri, per cui questi si estendono, nella loro altezza, per più di un piano, o per diversi livelli di altezza in una facciata).
La villa conserva un impianto cinquecentesco con rimaneggiamenti e ampliamenti della metà del XVIII sec.
Tiziano Brusco