Artista nato a Verona il 13 ottobre 1726 da Francesco e da Lucia Cuspati.
Per la sua formazione come scultore, si formò con Giacomo Ceola, e con Paolo Pannelli, per lo studio del disegno.
Nel 1738 risulta ancora residente nella contrada di Ponte Pietra. Il 23 novembre 1746 sposò Caterina Bendazzoli, dalla quale ebbe cinque figli, una femmina e quattro maschi.
A Verona, collaborò con il maestro Ceola alla realizzazione delle statue dei Ss. Giorgio e Lorenzo Giustiniani per la facciata della chiesa di S. Giorgio in Braida conclusasi secondo un’iscrizione nel 1741, e dei Ss. Bernardino e Francesco d’Assisi per l’altare maggiore di S. Bernardino, databili circa allo stesso anno e attualmente conservate nel chiostro del monastero di S. Elisabetta. Sono di una fase giovanile i Ss. Elia e Eliseo sull’altare di S. Teresa nella chiesa degli Scalzi, alla cui decorazione partecipò anche Francesco Filippini, scomparso nel 1749.
Tra il 1754 e il 1755 è presente nel cantiere della cappella della Madonna del Popolo nel duomo con un ruolo di primo piano, come prova l’ampia gamma di attività in cui risulta impegnato. Legate a lavori di rifacimento dell’edificio (1756) sono le statue sulla facciata di S. Pietro in Monastero, S. Pietro, Fede e Carità, vicine per linguaggio alle sculture eseguite da Muttoni per il secondo altare di sinistra, come nella chiesa della Ss. Trinità, le statue raffiguranti il Padre Eterno e due Angeli.
Esiste poi, del 1757, un contratto per la pavimentazione, due pilastri e altrettante statue dei santi titolari per l’ingresso della chiesa dell’ospedale dei Ss. Giacomo e Lazzaro alla Tomba.
Le statue conservate all’interno dell’ospedale di Borgo Roma corrispondono alla seconda versione commissionata all’artista il 28 luglio 1757.
Nella cappella del Ss.Sacramento nella cattedrale di Verona ricostruite tra il 1759 e il 1762, sembra ( ma non è sicuro) vengano assegnate a Muttoni gli Evangelisti Marco, Matteo e Luca e le sculture di Angeli e Cherubini intorno alla pala d’altare.
Per la villa dei nobili Lechi a Montirone (Brescia) eseguì dodici vasi e dodici statue di divinità mitologiche, destinati ad abbellire le poste della scuderia e quattro sculture per la cancellata d’ingresso – Apollo, Diana e due guerrieri.
A Mantova a fianco del portale d’ingresso di palazzo Bianchi, ora sede vescovile, vi sono due Telamoni(sculture maschili a tutto tondo o ad altorilievo, impiegate come sostegno, strutturale o decorativo, spesso in sostituzione di colonne o lesene) realizzati da Muttoni poco dopo il 1763.
Delle sculture scolpite da Muttoni per la villa dei Carli a Oppeano si trovano tuttora in situ Apollo eDiana.
Nel 1765 è documentata la realizzazione di quattro statue di divinità mitologiche per la facciata di villa Dionisi nella frazione di Ca’ del Lago, presso Cerea. Sul retro della villa si trovano altre tre sculture del Muttoni.
Punto di riferimento importante dell’attività dell’artista sono le statue di Apollo, Venere, Diana, Adone e Atalanta nel giardino Giusti a Verona.
Il Muttoni, realizzò, insieme al figlio Pietro, per villa Canossa a Grezzano, il ciclo composto da 114 pezzi tra sculture grandi, ‘mezzane’ e piccole, oltre a fontane e vasi.
Rimangono solo quattro figure di mano del figlio Pietro raffiguranti le età dell’uomo: Età del ferro, Età dell’argento e Età dell’oro, nel giardino, ed Età del bronzo, in stato frammentario all’interno della villa.
Rimane da sciogliere il nodo relativo alle opere autografe, da distinguere rispetto a quelle uscite dalla sua bottega.
Muttoni morì il 31 ottobre 1784 a Trevenzuolo dove si trovava per occuparsi della realizzazione di un altare e di una statua per la chiesa parrocchiale su incarico dei conti Pellegrini.
Tiziano Brusco