Antonio Corradini fu uno scultore veneto. Nacque ad Este il 6 settembre 1668 da Bernardo e Giulia Gatolin. Si trasferì a Venezia da giovane divenendo allievo compagno di Antonio Tarsia di cui sposò la figlia Maria, dalla quale ebbe molti figli. Non si conoscono opere precedenti al 1709, anno in cui il Corradini non più giovanissimo partecipò con altri scultori veneziani alla decorazione della facciata di S. Stae.
Gli sono attribuite la Fede, la Speranza e il Redentore, nelle quali è già evidente il gusto di far trasparire il modellato dei corpi sotto i pesanti panneggi, tipico delle sue opere successive. L’attività del Corradini da questo momento divenne molto intensa e fu rapida la sua affermazione. Il Corradini fu sempre molto celebrato per le sue figure velate. Nel 1718 il Corradini eseguì alcune sculture, Cristo risorto, la Speranza ed un Putto, per il tabernacolo del duomo di Rovigo. Nel 1721 il Corradini venne nominato scultore ufficiale della Serenissima e nello stesso anno la scuola del Carmine gli affidò il compito di scolpire sei statue per l’altare della Confraternita nella chiesa dei carmelitani.
Sempre nel 1723 venne consacrato il gruppo della Pietà (firmato) eseguito per la chiesa di S. Moisè, da molti considerato il capolavoro di questo primo periodo. L’anno seguente lo scultore si recò ad Este a compiere un sopralluogo nel duomo per cui scolpì un altare con ilTrionfo dell’Eucarestia (firmato), un complesso gruppo statuario. Come scultore ufficiale della Repubblica di Venezia, il Corradini tra il 1722 e il 1727 ebbe l’incarico di sovrintendere alla demolizione del vecchio Bucintoro e di curare la parte decorativa del nuovo, in legno dorato, progettato dall’ingegnere navale Stefano Conti. La nave, venne distrutta nel 1797, ma ne esiste un modellino del sec. XVIII al Museo Correr. Il Corradini non lasciò Vienna alla morte di Carlo VI (1740), ma venne confermato come scultore di corte anche nei primi anni del regno di Maria Teresa.
Dal 1743 il Corradini non tornò più in Austria, ma si stabilì nella città di Roma dove, la prima sua attività è del 1° febbraio del 1743 per una nuova statua della Vestale Tuccia che ebbe subito vasta risonanza.
Il Corradini ottenne una importante commissione: l’esecuzione di due Angeli che reggono lo stemma di Giovanni V del Portogallo per la cappella di S. Giovanni nella chiesa di S. Rocco a Lisbona. In quello stesso anno il Corradini scolpì il Monumento a Benedetto XIV nella sala Alessandrina del palazzo della Sapienza, su commissione del Collegio degli avvocati. Il 22 dicembre 1746 il Corradini, rimasto vedovo, settantottenne, sposò Anna Pinelli, una ragazza di ventisei anni.
Sembra che tra la fine del 1747 e i primi mesi del 1748 lo scultore lasciasse Roma recandosi a Napoli al servizio di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero che aveva in mente di trasformare la cappella di famiglia in un mausoleo, per tramandare la memoria dei discendenti di Giovan Francesco di Sangro, ma la sua partecipazione all’esecuzione dei singoli gruppi scultorei fu però limitata.
Per la cappella Sansevero il Corradini modellò trentasei modelli in creta dei quali resta soltanto il bozzetto del Cristo velato che fu poi realizzato dal Sammartino e, una piccola Fede velata
II Corradini morì a Napoli in casa del principe di Sangro il 12 agosto 1752 e venne sepolto nella parrocchia di S. Maria della Rotonda.
L’interesse per la sua opera riprese nei primi decenni del Novecento. Pur senza mai abbandonare la teatralità del barocco con la continua ricerca di effetti, il Corradini mostra pero’ un progressivo raffreddamento che lo porterà nelle ultime opere, ad una sensibilità al limite col neoclassicismo.
Tiziano Brusco