Di tutte le ville venete della provincia di Verona, la più grande è la villa Arvedi che si trova nel comune di Grezzana, nel mezzo della Valpantena a pochi km da Verona.
L’attuale edificio in stile barocco risente però in alcune sue parti delle tipiche ville venete cinquecentesche e venne poi realizzato ad opera dell’architetto Giovanni Battista Bianchi verso la metà del XVII sec.
Nel 1824 è stata acquistata da Giovanni Antonio Arvedi ed è tuttora di proprietà della famiglia. Le origini di villa Arvedi risalgono al 1200 come viene documentata casa di proprietà della famiglia della Scala. Nel 1400 Jacopo Dal Verme entra in possesso della villa e successivamente, nel 1442, la Repubblica di Venezia, la confisca e la mette in vendita assieme a tutte le rimanenti proprietà del nipote di Jacopo, Alvise Dal Verme. Verrà acquistata successivamente dagli Allegri, una famiglia all’epoca molto importante e potente. Intorno al 1650 viene edificata nelle forme attuali.
La dinastia degli Allegri perderà gradualmente il proprio prestigio politico-finanziario, fino a quando nel 1824 Lucrezia, ultima discendente della famiglia veronese, vende la villa a Giovanni Antonio Arvedi.
Villa Arvedi è in una posizione geografica molto bella che ne esalta la maestosità.
Si trova infatti sul declivio di un colle circondata da una coltivazione di ulivi secolari e da un bosco di roveri. Il complesso architettonico è articolato attorno a un cortile quadrangolare, al centro del quale si colloca il corpo principale, circondato nelle vicinanze dalle dipendenze, dette barchesse dove veniva organizzato il lavoro agricolo.
La facciata principale, è ornata da un portico che sostiene una terrazza ampia con balaustra e si conclude in cima in un attico con un’altra balaustra arricchita da statue.
Il corpo centrale si unisce a due torri laterali attraverso due ali, a loro volta decorate con terrazze protette da balaustre con statue.
La facciata secondaria presenta una forma a ferro di cavallo e si affaccia sulla corte più importante dove si apre la scalinata a doppia rampa.
Attraverso la scala si giunge ad una chiesetta in stile barocco dedicata a San Carlo Borromeo che si trova in posizione sopraelevata rispetto al corpo della villa così da poter esser visibile anche da lontano. L’interno è stato affrescato da Ludovico Dorigny intorno al 1720.
Nell’area antistante la villa si trova un vasto giardino all’italiana realizzato in siepi di bosso, raro esempio nel suo genere in Italia. Alla destra del giardino si colloca la grotta, o ninfei, struttura in stile barocco decorata con conchiglie, mosaici e statue di figure e che funge da giardino d’inverno.
Villa Arvedi al suo interno vanta numerosi affreschi e opere d’arte come le due sale molto grandi e molto decorate: la sala dei Cesari e la sala dei Titani.
Nella sala dei Cesari al suo interno sono conservati degli affreschi cinquecenteschi, molto ridipinti, attribuiti a Paolo Farinati. Adiacenti al salone dei Cesari si trovano altri due salotti più piccoli caratterizzati da soffitti lignei affrescati (in tecnica trompe-l’oleil) con scenografie di paesaggi fantasiosi.
La villa conserva parte dell’arredo originale.
Tiziano Brusco