Il viaggio tra i veronesi illustri: Francesco Fontebasso

Continuando nel nostro percorso dell’arte veneta del settecento e in particolare veneziana, non possiamo non ricordare, anche se non è tra i più celebri pittori, Francesco Fontebasso. Nato a Venezia il 4 ott. 1707 da Domenico “biaccarol” e da una Cattarina, quarto di sette fratelli, la sua formazione avvenne presso la bottega di Sebastiano Ricci, come lui stesso si dichiara scolaro del maestro bellunese. Tale esperienza rimase fondamentale nella pittura del Fontebasso sempre caratterizzata da un colore luminoso reso per mezzo di una pennellata ricca e guizzante. Nel 1728 il Fontebasso sull’esempio del Ricci, si recò a Roma dove vinse il terzo premio nella prima classe di pittura all’Accademia di S. Luca con i due disegni La cena di Baldassarre ed Adamo ed Eva che rappresentano i suoi primi lavori conosciuti. Il soggiorno romano lo arricchì in senso classicheggiante nel suo stile pittorico con l’acquisizione di un denso modellato chiaroscurale che rimarrà qualità costante della sua arte. Ritornando a Venezia soggiornò presso il conte Castelli a Bologna, città nella quale poté apprendere l’uso dell’impianto prospettico volto alla costruzione architettonica e decorativa delle composizioni. Al primo periodo giovanile sono da collegare le due tele L’adorazione dei magi e L’ultima cena, conservate nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, tanto vicine allo stile del Ricci da essere attribuite a quest’ultimo fino al 1950. All’inizio del quarto decennio del ‘700 risalgono la tela con lo Sposalizio di s. Caterina, già nella sacrestia di S. Patemian a Venezia, e L’adorazione dei pastori nella chiesa di S. Martino a Burano. Quest’opera, ricorda nei tratti della Vergine e nei toni coloristici l’Adorazione del Bambino eseguita nel 1732 dal Tiepolo per la sacrestia dei canonici di S. Marco. L’artista, nelle sue opere migliori, riuscì a fondere in uno stile personale l’insegnamento del Ricci, evidente nei colori chiari e vibranti, con la lezione romano-bolognese indirizzata ad un plasticismo denso dei corpi e ad una salda struttura architettonico-prospettica. Nel 1745 il Fontebasso ricevette il pagamento per il soffitto di una stanza di palazzo Barbarigo a S. Maria Zobenigo, dove eseguì il Trionfo di Venezia che, richiama le analoghe soluzioni compositive adottate dal Tiepolo anch’egli attivo, negli stessi anni, all’interno del palazzo. Il Fontebasso fu anche impegnato nella produzione di numerose tele come quella realizzata a Venezia nel 1737 per la chiesa dell’Angelo Raffaele e quella per la chiesa di S. Salvador entrambe da considerarsi tra le sue opere migliori. In questi anni l’attività del Fontebasso gravitò tutta in ambiente veneto soprattutto a causa dei pressanti impegni familiari. Tra il 1736 e il 1743 nacquero infatti cinque figli dei quali il Fontebasso dovette personalmente occuparsi dopo la morte della moglie avvenuta nel 1743. Nel 1759 il F. ricevette l’incarico da parte del vescovo di Trento Felice Alberti d’Enno di decorare alcuni ambienti della sua residenza nel castello del Buonconsiglio. La fama raggiunta dal Fontabasso in ambito internazionale gli permise di ottenere un importante incarico presso la corte russa. Tra il 1761 e il 1762 infatti soggiornò a San Pietroburgo, dove eseguì nel soffitto della chiesa del palazzo d’invernoIl 1° marzo 1762 il Fontabasso sottoscrisse un accordo con l’Accademia di belle arti di San Pietroburgo nel quale si impegnava ad istruire gli allievi e a dipingere un quadro di argomento libero ma relativo alla corte. Nell’ottobre del 1762 rientrò definitivamente a Venezia dove riprese immediatamente sia l’attività didattica all’interno dell’Accademia, sia l’attività pittorica, anche fuori della città lagunare. Sono da collocarsi in questi anni, più precisamente tra il 1763 e il 1768, gli affreschi che ornano l’oratorio di S. Carlino a Brescia dove risulta evidente una certa rigidezza e stanchezza compositiva dovute forse all’intervento di aiuti, tra i quali il figlio Domenico nominato accademico a Venezia nel 1768. La pittura del Fontabasso presenta nell’ultima fase un evidente ripiegamento in senso accademico. La Visitazione della chiesa dei filippini a Chioggia fu commissionata al Fontebasso pochi mesi prima della morte, avvenuta a Venezia il 31 maggio 1769.

Tiziano Brusco