Da notizie non certe, nacque intorno al 1480, probabilmente a Venezia, da Biagio, di Perasto un centro abitato del Montenegro. Non è controllabile la notizia che il Catena sarebbe morto all’età di cinquantadue anni, nel 1530. La data di nascita, attorno al 1480, è stata proposta per ragioni di stile. Le opere del periodo giovanile, databili nel primo decennio del sec. XVI, oltre a una Madonna col Bambino e s. Giovanni sono prevalentemente derivazioni dalle Sacre conversazioni di Bellini mostrando però un linguaggio talvolta di sapore provinciale. Forse fu scolaro e collaboratore di Giovanni Bellini, attorno al 1500, ma il Catena fu influenzato anche da Alvise e Bartolomeo Vivarini e da Cima da Conegliano. L’esempio di Alvise, è evidente innanzitutto nelle Sacre conversazioni su fondo scuro, e nelle pale con S. Francesco tra ss. Bonaventura e Luigi di Tolosa e Madonna col Bambino in trono con s. Giovanni Battista, s. Marco e il doge Leonardo Loredan:anch’esse da collocarsi certamente ancora nel primo decennio del 1500. Al 1506 risale anche la famosa iscrizione, indubbiamente autentica, dove per la prima volta si fa cenno al Catena. Se non ci fosse questa menzione, non vi sarebbe alcun motivo per inserire il Catena tra i seguaci di Giorgione, l’unico suo dipinto datato, la Madonna col Bambino in trono, del 1511 forse parte centrale di un trittico; semmai un avvicinamento del Catena a Giorgione, a Tiziano e al Palma è avvenuto ben più tardi. I suoi dipinti però non sono mai databili con certezza. In ogni modo le opere di maggior pregio vanno raggruppate di sicuro attorno alla pala con il Martirio di santa Cristina capolavoro del Catena, databile, secondo l’iscrizione sulla cornice del dipinto, al 1520, eseguita, quindi, nel periodo maturo, come: l’Annunciazione le sacre conversazioni, la Madonna col Bambino le Sacre Famiglie, l’Adorazione dei pastori e la Giuditta. Su questo sviluppo incidono senza dubbio i rapporti del Catena, oltre che con Giorgione, con pittori quali Sebastiano del Piombo e Palma il Vecchio, ma soprattutto con letterati ed umanisti, come Pietro Bembo. Proprio nello stesso 1520, quindi nel periodo culminante dell’attività pittorica del Catena, in una lettera del futuro vescovo di Fossombrone, a Rinaldo delle Corna, risulta confermato il suo legame con l’ambiente umanistico ed ecclesiastico. A partire dal 1515 non mancano le date che testimoniano le circostanze della vita del Catena e la sua continua presenza a Venezia. Il 3 febbraio del 1515 fu redatto a Venezia il primo dei molti testamenti dai quali il pittore risulta essere assai ricco (aveva probabilmente anche una attività secondaria di droghiere). Al primo testamento, nel quale il pittore lasciò anche duecento ducati alla Scuola dei pittori, seguono quelli del 17 febbraio e del 7 marzo 1518. Il 20 novembre 1525 viene stipulato un nuovo testamento. L’11 agosto 1528 il Catena appare come testimone del contratto di matrimonio della sorella di Sebastiano del Piombo, Adriana Luciani, con Giacomo de Pergo, ed è questa un’altra conferma del suo legame con l’ambiente giorgionesco. L’ùltimo testamento, quello del 10 settembre 1531, dev’essere stato fatto davvero in occasione di una malattia; il pittore morì poco dopo, prima del 29 settembre, data in cui la Scuola dei pittori decise in una seduta sul suo lascito. Nel cortile del seminario patriarcale a Venezia si conserva un’epigrafe del 1532, tolta dalla Scuola dei pittori già presso S. Sofia, nella quale i pittori dichiarano di aver comperato il suolo ed eretto la casa coi beni lasciati dal Catena al loro collegio. Il meglio della capacità creativa del Catena consiste senza dubbio nella sua attività ritrattistica, particolarmente lodata dal Vasari ove si verifica, nel periodo della maturità, un avvicinamento ai prototipi tizianeschi e palmeschi.
Tiziano Brusco