Ha fatto colazione con un bambino ricoverato in Oncoematologia, ma si è trattato di un gioco. Stamattina, monsignor Domenico Pompili è andato in visita all’Ospedale della Donna del Bambino e uno dei piccoli pazienti con i Lego ha apparecchiato il piccolo tavolo e invitato il vescovo. Nel suo percorso, oltre a prestarsi ai giochi dei bambini, monsignor Pompili ha incontrato i genitori, impartendo la benedizione a chi lo ha richiesto, e si è informato anche sulla funzione ‘sociale’ delle cure per il disagio degli adolescenti.
La visita in Oncoematologia pediatrica e nell’Area Pediatrica. Nelle scorse settimane il Vescovo aveva espresso la volontà di visitare i bambini ricoverati in ospedale e il dottor Simone Cesaro, sensibile al tema, ha invitato monsignor Pompili a visitare la sua Uoc di Oncoematologia pediatrica. Il giro di Sua Eccellenza è partito quindi dal reparto di cura dei piccoli pazienti oncologici al 4° piano del padiglione 30, e si è poi spostato al 5° piano dove si trovano le degenze dell’Area Pediatrica. Qui ha salutato i degenti della Pediatria B, Pediatria C e della Neuropsichiatria infantile.
Erano presenti: S.E. Mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona; don Flavio Bertoldi, direttore del Servizio Diocesano Pastorale della Salute; don Pierpaolo Valli, superiore dei Cappellani ospedalieri di Borgo Trento; dott. Callisto Marco Bravi, direttore generale AOUI Verona; dott. Simone Cesaro, direttore Oncoematologia pediatrica; prof.ssa Francesca Darra, direttore Neuropsichiatria infantile; prof. Angelo Pietrobelli, Pediatria C; dott.ssa Mariangela Susi, coordinatrice infermieristica Area Pediatrica; dott. Alberto Castagna, coordinatore infermieristico Oncoematologia pediatrica.
“È la mia prima volta nei reparti pediatrici – ha detto il vescovo – soprattutto con i bambini oncologici. Si tratta di un ambiente molto particolare e apprezzato per la capacità di sostenere i bambini in percorso terapeutico difficile. Apprezzo molto anche le forme di intrattenimento e di educazione, come la scuola in ospedale, che vengono fatte mentre si riceve una cura a tutto tondo. A mio parere, quella offerta nell’Azienda ospedaliera, per i bambini è davvero una grande possibilità”.