Hellas, non è una missione impossibile. Il Verona sfida sabato sera all’Olimpico una Lazio reduce dall’eliminazione nella semifinale di Coppa Italia con la Juventus. Una rete del polacco Milik, ad una manciata di minuti dall’appendice dei supplementari, ha spezzato il sogno dei biancazzurri che hanno disputato un’ottima gara mettendo alle corde i bianconeri.
Una Lazio che ha giocatori di assoluto valore e che, nonostante assenze di rilievo, su tutte Immobile e Zaccagni, ha giocato una partita di qualità con l’argentino Valentin Taty Castellanos nelle vesti del mattatore. Se si guarda alla prestazione con la Juventus è chiaro che per il Verona uscire indenni dalla trasferta capitolina appare impresa proibitiva.
Ma la verità, come si suol dire, sta nel mezzo. Intanto la Lazio ha sprecato energie importanti, giocare tante partite ravvicinate non è mai facile e nel fisico e anche nella mente dei giocatori biancazzurri questa profusione di energie può pesare. Ma c’è poi, soprattutto, un motivo tattico che può e deve far sorridere il Verona.
La Lazio è una squadra costruita per giocare un calcio diverso da quello in cui crede l’ex tecnico gialloblù Igor Tudor, ora alla guida della squadra del presidente Lotito.
D’altra parte la Lazio lo scorso anno è giunta seconda in campionato giocando il calcio di Maurizio Sarri, possesso palla, palleggio, verticalizzazioni improvvise in primis sugli esterni.
Quest’anno Sarri non è riuscito a dare continuità a quel progetto ed ha alzato bandiera bianca. Dopo il divorzio dal tecnico toscano la Lazio si è affidata a Tudor, svoltando completamente da un punto di vista di filosofia tattica. Tudor è figlio di Juric a sua volta figlioccio di Gasperini. Calcio fisico, duelli individuali a tutto campo, pressione costante.
E’ evidente che siamo di fronte ad un vulnus sul quale il Verona dovrà costruire la sua partita. La Lazio è una sorta di ibrido, Luis Alberto e Felipe Anderson hanno straordinarie doti tecniche ma sono più adatti al gioco di Sarri mentre Cataldi e Guendouzi sono centrocampisti che ben interpretano la filosofia calcistica di Tudor.
L’Hellas dovrà, pertanto, far uscire queste criticità di una squadra che in campionato ha l’obiettivo dichiarato del quinto posto che darebbe la possibilità ai biancocelesti di rigiocare la Champions.
E’ un obiettivo importante, quindi il Verona troverà una squadra motivata e desiderosa di dimenticare l’eliminazione di Coppa Italia.
Ma l’Hellas dei secondi 45′ con l’Atalanta fa ben sperare. E, perchè no, anche degli ultimi 20′ con l’Udinese, una partita risolta in extremis dal colpo di testa di Coppola ma che ha messo alla luce una squadra, quella gialloblù, mai doma e, come si suol dire, con tanta birra in corpo. Servirà un gran Verona per portare a casa qualcosa da Roma.
Ma i ragazzi di Baroni hanno le qualità per evidenziare le lacune tattiche di una Lazio che non era quella sognata da Sarri ma che non appare ancora quella voluta da Tudor. E’ ancora in mezzo a quel guado che il Verona può oltrepassare.
Mauro Baroncini