Una doppia maledizione. Quella del Torino e quella della sofferenza.
La seconda, purtroppo, è figlia della prima. Che la tradizione con il Torino non sia delle migliori ormai è acclarato. Se due indizi fanno prova il Torino è una sorta di bestia nera dei gialloblù. Anche perchè gli indizi sono decisamente di più. Basta rivolgersi al passato.
Anno di grazia 1984-85, quella della storica cavalcata degli eroi di Osvaldo Bagnoli verso il tricolore.
Un unico momento di panico, di autentica paura. Al Bentegodi arriva un Torino staccato in classifica e già battuto all’andata con le reti di Galderisi e Marangon. Il Verona è saldamente in testa al campionato con sei punti di vantaggio sull’Inter ma i granata fanno lo sgambetto agli uomini di Bagnoli con le reti di Serena e Schachner a cui replica solo parzialmente l’incornata di Briegel.
La domenica dopo l’Hellas uscirà indenne da San Siro quando un super Garella si oppose al Milan. Ma di quella annata trionfale l’unico momento di paura, il passaggio a vuoto, fu proprio la sfida con il Torino. Che ritorna nella storia del Verona per un’altra gara, questa volta determinante in negativo. Stagione 2001-2002 al Bentegodi il Verona di Malesani ospita un Torino dimesso, tanti infortunati, in piena lotta salvezza.
Il Verona è reduce da un’ottima prima parte di stagione, l’obiettivo è riuscire ad agguantare il super Chievo di Gigi Del Neri per una sorta di primato cittadino. Sulla carta sembra facile, ma è il Torino ad uscire dalla sfida con i tre punti con la rete del carneade Franco. E’ l’inizio di un declino che porterà l’Hellas alla drammatica retrocessione di Piacenza.
E la storia si ripete. Contro il Torino dell’ex Ivan Juric la vittoria avrebbe spianato la salvezza matematica al Verona, il pareggio sarebbe servito come il pane per affrontare al meglio le restanti due gare.
Dopo cinque gare senza reti e con due sconfitte sul groppone sono i granata a festeggiare e il Verona ad imprecare. Una maledizione, quella del Torino, che fa da detonatore all’altra, più evidente e chiara. Il Verona è abbonato alla sofferenza.
Perchè per agguantare la salvezza ci sarà, ora, da soffrire tantissimo. La trasferta di Salerno è una sorta di spareggio, i campani sono già retrocessi, ma sono reduci dal pareggio con la Juventus e l’ambiente che attende i gialloblù influirà sulla prestazione della Salernitana che vorrà congedarsi con una prova d’orgoglio.
Senza dimenticare l’ultimo atto, il match interno contro i campioni d’Italia dell’Inter che, gara con il Sassuolo a parte, non hanno certo staccato la spina come dimostra la cinquina rifilata al Frosinone. Sofferenza pura, il destino dell’Hellas.
Mauro Baroncini