Palazzo Barbieri, che pure è grande, non ha abbastanza corridoi per tutte le voci che circolano in questi giorni sul fronte politico. tema di questi giorni: il valzer delle deleghe degli assessori. Qualcosa potrebbe cambiare e qualcosa cambierà. Ma deciderà il sindaco Damiano Tommasi che come quando era sui campi da calcio, potrebbe inventare qualche giocata imprevedibile. In ogni caso, pare arrivato il momento per l’Amministrazione Tommasi di un tagliando: davanti ci sono ancora due anni e mezzo-tre di lavoro ed è il caso di sistemare alcune criticità emerse in questi mesi per dare slancio a una coalizione che ha subìto più di uno scossone. Uno dei più gravi è stato quello del caso-Bertucco, con una crisi di Giunta molto seria sul tema dell’urbanistica e della Marangona in particolare, con una frattura tra la vicesindaca Barbara Bissoli e Bertucco che non ha votato la delibera di pianificazione della Marangona. E i suoi colleghi di Giunta gli chiesero con grande delicatezza politica di dare le conseguenti dimissioni, alcuni magari già vedendo l’opportunità di un posto che si liberava. Conseguenza ancora di quel caso politico, è arrivata la necessità di guardarsi in faccia come avvenuto a Corte Molon nel fine settimana ma per fare cosa? Il sindaco si sarebbe reso conto che vanno corrette alcune deleghe. A cominciare dalle sue se vuole recuperare la classifica del gradimento che è sempre più in calo.Tommasi ha infatti tutti i principali dossier in tasca: le partite degli enti partecipate e delle aziende sono sul suo tavolo. In vista c’è per esempio il rinnovo della Fiera che è in mano al centrodestra: che fare? Il precedente di Acque Veronesi che ha visto questa maggioranza di centrosinistra confermare Mantovanelli, che pure è bravo ma è della Lega. E questo ha creato sconcerto tra i sostenitori di Tommasi. C’è poi Agsm Aim che sta giocando partite importanti e difficili sull’asse Verona-Vicenza-Mantova-Trento; c’è la partita sempre aperta del rilancio dell’aeroporto Catullo e così via. Il sindaco ha tempo di seguire tutto questo? Da questo interrogativo parte tutto: a chi potrebbe assegnare alcuni di questi dossier? A chi possono andare le deleghe per le partecipate?
Il risiko parte da enti e partecipate
Ci vorrebbe un assessore politicamente esperto, ma pensare di dare proprio a Bertucco questi temi (ha già il bilancio) in questo momento politico e dopo quello che è successo non sembra ipotesi percorribile. Potrebbe Tommasi assegnare qualcuno di questi dossier al suo braccio destro (e sinistro) in Giunta vale a dire la vicesindaca Barbara Bissoli? La Bissoli ha già l’urbanistica e non la può mollare, per cui il suo diventerebbe un super assessorato di enorme potere. Soluzione difficile da digerire per gli altri partiti. Potrebbero andare questi dossier ad altri assessori come Luisa Ceni (il padre era stato presidente della Fiera) già impegnata nel sociale o a Tommaso Ferrari che già è alle prese con i grandi progetti e i cantieri? E Sandrini oltre al Commercio potrebbe seguire anche qualcos’altro? La domanda è retorica, la risposta è scontata. Probabile quindi che alla fine si opti per un piccolo aggiustamento di deleghe minori: la salute (tema che competerebbe al sindaco) potrebbe passare dall’assessora La Paglia che ha l’istruzione alla Ceni che ha i servizi sociali; qualcosa potrebbe essere meglio armonizzato sul fronte strade e cantieri tra Benini e Ferrari; la gestione delle biblioteche, il turismo e la cultura potrebbero essere messi in ordine. Insomma, la partita può giocarsi su due livelli: ridistribuire deleghe di prima fascia o sistemare meglio le deleghe di seconda fascia. Oggi in Giunta comunque di questo tema non si è parlato. In ogni caso qualcosa cambierà come spiega e auspica non a caso Luca Perini di Sinistra italiana, l’area politica di riferimento dell’assessore Bertucco. “L’incontro di sabato scorso di tutta la maggioranza di centro sinistra è stato positivo al fine di lavorare meglio su metodi e pratiche condivise – afferma Perini- . Ora c’è la necessità di un confronto politico, con tutte le forze politiche, soprattutto su alcune questioni oggi non più procrastinabili: dall’emergenza casa – dove un segnale è già stato dato ma deve essere integrato con relativa progettualità. Non di meno sulla questione urbanistica (casus belli tra Bertucco e Bissoli-ndr) e le nuove emergenze sociali in corso”. “Oggi serve – prosegue Perini – una maggior attenzione e consapevolezza alle determinanti ambientali di alcuni comportamenti a partire dall’ipotesi in primis che sia possibile raggiungere obiettivi di prevenzione migliorando in primis il contesto interpersonale e organizzativo di appartenenza di oggi esprime ogni elemento di disagio, partendo in alcuni casi alla non scontata accessibilità ai servizi sociali di base ( casa, lavoro e sanità).” Da dove partire? Secondo Sinistra italiana dal settore guidato da Luisa Ceni: “In Comune di Verona c’è la necessità quanto prima di una valutazione politica al fine di un piano di rafforzamento dell’area dei servizi sociali soprattutto focalizzandosi nei servizi ed aree oggi più a rischio. Abbiamo già visto come la destra negli anni oltre ha espresso, e anche ora al governo vedendo il nuovo ddl sulla sicurezza, una politica demagogica e fallimentare con pratiche dedite esclusivamente a politiche repressive che non hanno portato assolutamente a nulla se non aggravando lo stato di salute della nostra società. Ora più che mai è importante adottare, insieme a tutta la nostra comunità, politiche di inclusività e prevenzione valutando anche nel caso del consumo di sostanze dei processi di accompagnamento alla riduzione del danno coinvolgendo operatori, educatori e psicologi di strada e l’apertura di nuovi sportelli anche di ascolto e prevenzione. Su questi temi Sinistra Italiana è sempre disponibile al dialogo e al confronto”. Priorità al sociale, dunque. Ma per gli altri partiti che sostengono Tommasi le priorità quali sono? MB