Una domanda sorge spontanea: e se fosse meglio chiudere? Già, questo valzer di colori, questa giostra di dubbi, in fondo, non fa bene a nessuno. O meglio, rischia di far bene solo al virus, che, come dicono gli esperti “continua a circolare sulle nostre gambe”.
Difficile capire, questo è sicuro. Così com’è sicuro che tuttii proclami di maggio/giugno (“…per la seconda ondata saremo pronti”), sono finiti nel gorgo di inefficienze, ritardi, burocrazie, anche fatalità, per l’amor di Dio. E va capita anche la tattica d’attesa che sembra la preferita di Conte. “Non voglio un altro lockdown totale” continua a ripetere. Nessuno lo vuole. Ma a questo punto, forse, potrebbe essere una scelta inevitabile. Meglio chiudere adesso, probabilmente, che ritrovarsi a farlo tra due settimane. E non perchè ci si azzardi a pensare a un “Natale liberi tutti”. Macchè. Il fatto è che ci fa più male, in realtà, questo “ballo” di colori, questo mare di incertezza nel quale stiamo faticosamente navigando. Se il nostro semaforo deve diventare rosso, che rosso sia. Saltiamo l’arancione, che, si sa, è un “colore di passaggio”. Un compromesso. Oggi ne facciamo a meno.