‘Un virus ‘intelligente’ non uccide il suo ospite ma cerca di tenerlo in vita, perche’ in questo modo e’ in grado di replicarsi di piu”. A parlare e’ il virologo Carlo Federico Perno, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesu’ di Roma, che cosi’ motiva il calo della mortalita’ nei pazienti affetti da Covid. Ma se da un lato diminuiscono i decessi, dall’altro aumenta il tasso dei contagiati nel nostro Paese, che ha costretto il governo ad una nuova stretta. Cosa non sta ancora funzionando? ‘Purtroppo credo dipenda da vari fattori. Il primo, lo dico da virologo- risponde Perno- e’ che si sta selezionando, come e’ normale, un ceppo virale a maggiore infettivita’. Il virus e’ diventato estremamente infettivo e questo aumenta appunto il numero di infezioni, ma non e’ aumentato il tasso della mortalita’ poiche’, come dicevo, un virus ‘intelligente’ non uccide il suo ‘padrone’ per poter poi essere in grado di infettare ancora. Se il virus uccidesse il suo ospite, in questo caso noi, non replicherebbe e morirebbe, al contrario batteri e funghi possono invece crescere indipendentemente da noi’.
Il secondo aspetto sottolineato dal primario del Bambino Gesu’, in merito ad una diffusione ancora cosi’ ampia del virus, riguarda l’uso improprio delle mascherine. ‘Se tutti portassero le mascherine correttamente e uscissero dal principio che i miei amici o i miei parenti non si infettano, quindi ‘io con loro sto tranquillo’, I tempi di scomparsa di questo virus sarebbero piu’ brevi- sottolinea Perno- Dobbiamo ricordare che e’ nelle case che avviene il numero piu’ alto dei contagi, non a scuola: le scuole, dati alla mano, non sono veicolo di infezione’. Per il primario del Bambino Gesu’, dunque, possiamo fermare questo virus ‘solo indossando sempre le mascherine’, perche’ senza dispositivi di protezione individuale ‘e’ molto difficile proteggersi’. C’e’ poi pero’ la partita, per molti decisiva, dei vaccini. ‘È ragionevole pensare che il combinato disposto di mascherina e vaccino, probabilmente e auspicabilmente entro la fine del 2021- dice Perno- mettera’ il virus nelle condizioni di non riuscire ad infettare piu’ molte persone e quindi lo stesso tendera’ a rallentare la sua corsa.
Tutto questo, naturalmente, con una serie di ‘se’, cioe’ se tutti usiamo la mascherina in modo corretto e se le vaccinazioni procederanno ad un buon ritmo come quello attuale’. Usciremo dunque dall’emergenza non appena sara’ raggiunta la famosa ‘immunita’ di gregge’, ma ‘quando sara’ vaccinato un terzo della popolazione- sottolinea il virologo- il virus avra’ gia’ qualche difficolta’ a circolare. A questo dobbiamo aggiungere che alcuni milioni di italiani hanno gia’ contratto il Covid e, anche se non ne abbiamo la certezza, possiamo ritenere auspicabilmente che siano gia’ protetti’. Secondo il virologo, intanto, non necessariamente dovremmo vaccinarci contro il Covid ogni anno. ‘Ci sono vaccini, come l’antimorbillo, che funzionano anche se iniettati una solo volta nella vita, mentre altri invece non funzionano, pensiamo a quello dell’HIV e dell’epatite C. Dove si posizioni quello del Covid ancora non lo sappiamo- dice Perno- e’ possibile che la schedula vaccinale attuale di due dosi possa coprirci tutta la vita. Personalmente non ne sono convinto, ma e’ un’ipotesi. Sicuramente il vaccino contro il Covid non sara’ tutti gli anni come quello dell’influenza”.