Dosi massicce di vaccino anti Covid-19 potrebbero essere disponibili da settembre. È la speranza che arriva dall’Università di Oxford dove, già da qualche settimana, si sta lavorando alacremente alla elaborazione di un antidoto salvifico per migliaia di persone in tutto mondo.
Mentre il coronavirus allenta la presa, la ricerca fa passi da gigante. Ne sanno qualcosa i ricercatori del Jenner Institute, eccellenza Oltremanica in campo biomedico, che sembrano avere la soluzione in tasca. Stando a quanto si apprende dal Times, sarà l’esame dei test sulle scimmie, effettuati da un mese e affiancati a quelli avviati in questi giorni su cavie umane, a sentenziare circa l’efficacia della sperimentazione. Per il progetto sono stati scelti sei macachi (primati della famiglia dei Cercopitecidi diffusi in Asia meridionale e centrale) in quanto dispongono di un Dna molto simile a quello dell’uomo. Attraverso l’incrocio dei dati raccolti, il team dell’Università di Oxford potrà disvelare i risultati della ricerca sull’antidoto al Covid-19 e che, in Italia, sarà elaborato dalla società Advent-Irbm di Pomezia operante nel settore della biotecnologia molecolare.
Sono ottimista all’80%. E se arriverà il via libera finale da parte delle autorità sanitarie i primi milioni di dosi di vaccino potrebbero essere disponibili a settembre”. Ad affermarlo è la dottoressa Sarah Gilbert, vaccinologa britannica di fama direttrice del gruppo di ricerca di agenti patogeni emergenti del Jenner Institute. In estrema sintesi, il vaccino in elaborazione utilizza una parte del genoma Covid-19 unitamente a quello di un altro virus. L’intento è quello di potenziare il sistema immunitario di modo che possa garantire una risposta efficiente contro il coronavirus.
“Determinanti sono i risultati dei test effettuati a Oxford su sei macachi ai quali 28 giorni fa – racconta il professor Vincent Munster al Times -è stato inoculato il prototipo del vaccino prima di essere esposte a grandi quantità di coronavirus, ma poi le scimmie non hanno manifestato alcuna patologia”.
Dunque, stando a quanto si apprende, i vaccinologici britannici sembrerebbero ad un passo dal traguardo. Se l’indagine sortisse gli esiti sperati, a settembre, il vaccino potrebbe già essere disponibile per migliaia di persone. Non resta che incrociare ie le dita.