“Il vaccino costerà meno di 10 euro” E uno stabilimento di Anagni sarà il primo in Europa a produrlo: "Avanti a tutta velocità"

Il costo del futuro vaccino sviluppato dai laboratori Sanofi e Gsk contro il Covid-19 “non è ancora del tutto definito” ma sarà “inferiore a dieci euro” per dose: lo ha affermato Olivier Bogillot, presidente da Sanofi France, su France Inter.

“I francesi e gli europei avranno il vaccino Sanofi contemporaneamente ai pazienti americani”, ha detto il manager. “Abbiamo firmato durante l’estate con gli americani, la stessa settimana con gli europei e con gli inglesi”, ha sintetizzato: gli Stati Uniti avranno circa 100 milioni di dosi, gli europei 300 milioni e la Gran Bretagna 60 milioni.

Pochi giorni fa, Sanofi e GSK avevano fatto sapere di aver avviato la fase 1/ 2 di sviluppo clinico. Si tratta di un trial randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo progettato per valutare la sicurezza, la reattogenicità (tollerabilità) e l’immunogenicità (risposta immunitaria) del candidato vaccino COVID-19. Arruolerà un totale di 440 adulti sani in 11 siti di sperimentazione negli Stati Uniti.

Le aziende sono impegnate nel fornire i primi risultati già all’inizio di dicembre 2020, per un contestuale avvio di sperimentazione di fase 3. Se i risultati avessero successo, GSK e Sanofi richiederanno l’approvazione normativa nella prima metà del prossimo anno.

Si tratta di un vaccino a DNA-ricombinante in subunità basato su una tecnologia già utilizzata per la produzione del vaccino antinfluenzale quadrivalente ricombinante che consentirà di produrre un numero notevolmente maggiore di dosi. Utilizza la tecnologia messa a pu8ntyo da Gsk per creare una risposta immunitaria più forte.
L’Italia, con il suo stabilimento Sanofi di Anagni sarà in prima linea nella produzione di questo nuovo vaccino.

Proprio lo stabilimento italiano – insieme a quelli di Francia e Germania – sarà uno dei quattro impegnati nella produzione e realizzazione delle dosi del vaccino. Lo stabilimento di Anagni risulterà il primo in Europa a produrre il vaccino.

“La partenza ufficiale della sperimentazione clinica segna un altro punto importante legato alla battaglia globale contro la pandemia di Covid19. Un progresso che passa necessariamente dal gioco di squadra e dall’innesto di competenze trasversali messe a fattor comune. D’altronde le nuove sfide legate alla prevenzione nella salute passano dalle alleanze tra tutti gli attori della filiera”, afferma Mario Merlo, General Manager di Sanofi Pasteur.

“Non prima del 2021”

Andrea Crisanti, volto noto della lotta al coronavirus, smentisce il Ministro Speranza: il vaccino contro il COVID-19 non arriverà prima del 2021. Ne è sicuro, poiché sostiene che è una cosa estremamente complicata, con tempi non comprimibili. Il problema è che la fase di sicurezza di una cura vaccinale dura all’incirca un anno e mezzo, perché va proposta ad almeno 100mila persone in tutto il mondo e verificati i riscontri positivi anche nel lungo termine.

Il professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, in una intervista a SkyTG24, afferma che: “Capisco l’esigenza e l’aspettativa, però non vorrei che si prendesse una scorciatoia, perché aumenta il rischio che il vaccino non sia efficace o che abbia degli effetti indesiderati[…] Una cura sicura, testata con efficacia avrà quei tempi. Secondo me l’avremo nel 2021”.

Crisanti è convinto che la ripartenza delle scuole sia indispensabile, ma con le seguenti condizioni: le mascherine vanno indossate in ogni circostanza, poiché le lezioni sono interattive ed è fondamentale che gli studenti parlino e apprendano. Non è concepibile una classe dove gli alunni stiano zitti per ore e pertanto è convinto che andrebbe indossata sempre, non solo quando si è interrogati, in quanto, nella stagione invernale, il ricircolo d’aria nelle classi è piuttosto scarso e il distanziamento di un metro non basta più.