Il Tribunale per le imprese di Venezia ha respinto il ricorso ex articolo 2409 presentato dal collegio dei revisori dei conti di Agsm-Aim che chiedevano il commissariamento del presidente Federico Testa. Una delle tante beghe politiche tra la componente vicentina di centrodestra e la governance di centrosinistra. Il collegio guidato dal commercialista Gaetano Terrin aveva presentato un esposto: secondo l’organo collegiale dell’azienda controllata da Comune di Verona e Comune di Vicenza, potevano esserci state «gravi irregolarità nell’adempimento dei doveri degli amministratori». E in particolare le irregolarità sarebbero state compiute dal consigliere delegato Stefano Quaglino nella gestione dell’affare Compago. Il Tribunale ha respinto tutto, confermando la regolarità delle operazioni. E Testa ora replica.
Il Tribunale dà ragione ad Agsm-Aim Ricorso respinto
Il rigetto, da parte del Tribunale delle Imprese, del ricorso presentato dal Collegio dei revisori è una bella notizia per Agsm-Aim. Una notizia che ci ripaga in qualche modo delle tensioni e della fatica di questi mesi. Parlo di fatica perché, con tutta la struttura aziendale, abbiamo dovuto anche portare pazienza, a fronte di continue strumentalizzazioni, provocazioni e forzature messe in atto, secondo me in maniera irresponsabile, nei confronti dell’Azienda. Non tutti, forse, si sono resi conto di quanto è davvero successo. Per un’azienda che ha 700 milioni di affidamenti bancari, che ha un nome ed una storia importanti, è stata una partita davvero difficile, in cui abbiamo dovutoo mettere a disposizione tutto un patrimonio di conoscenze, ed anche di crefibilità personale, per evitare conseguenze che potevano essere pesantissime. Per essere chiari: se si hanno 700 milioni d affidamenti bancari, una vicenda di questo tipo può comportare un innalzamento dei tassi, che vogliono dire centinaia di migliaia di euro, forse milioni, che l’Azienda dovrebbe pagare in più, per ottenere la necessaria liquidità. Bene quindi che tutte le persone di buona volontà abbiano lavorato per questo esito, oggi riconosciuto dal Tribunale. Adesso dobbiamo voltare pagina: fare davvero i conti con quanto è successo (anche su strumentalizzazioni e comportamenti) e poi orientarci su quello che è il nostro compito fondamentale, ossia la crescita dell’Azienda, perchè in questi settori nessuno ha un futuro garantito, anche se è importante il posizionamento e la competitività costruita negli anni. Naturalmente questa decisione della Magistratura ci consente anche di affrontare oggettivamente le operazioni del passato, valutandone – ad oggi – vantaggi e svantaggi. Ma dobbiamo anche fare di più, per essere un’alternativa convincente a chiunque sia come noi sul mercato, anche costruendo i collegamenti necessari per essere sempre più efficienti, rispondendo sempre meglio alle esigenze sia dei soci che, soprattutto, dei nostri clienti”.