Sui temi della sanità il dibattito politico resta sempre accesissimo sia da destra che da sinistra.
Sulle problematiche sanitarie veronesi c’è da registrare l’intervento della consigliera regionale veronese del Pd, Anna Maria Bigon.
“La grave carenza di personale infermieristico – ha detto l’esponente Dem – sta mettendo sotto scacco i servizi ospedalieri del Veneto e generando una situazione insostenibile a Verona, a danno dell’utenza e degli operatori sottoposti a turni massacranti per sopperire alla mancanza di figure in organico. Secondo i dati forniti da Azienda Zero, sono ben 3579 gli addetti inseriti in graduatoria ed idonei ad essere assunti a tempo indeterminato. La gran parte di questi sono infermieri: si proceda dunque urgentemente con le assunzioni per non gettare nel baratro il sistema pubblico”.
Ma sulle liste di attesa, dove c’è da registrare il via libera della Camera al decreto, che è stato approvato con 171 si e 122 no, arriva una critica anche di un’esponente del Centrodestra come la neodeputata di Forza Italia Paola Boscaini.
“Sulle liste d’attesa Governo e Parlamento segnano una svolta dopo anni di nulla di fatto del centrosinistra. Adesso però anche la Regione Veneto deve fare la sua parte, perché qualche criticità obiettivamente c’è” dice Paola Boscaini, deputata veronese di Forza Italia.
Boscaini ricorda: “Abbiamo alzato il livello di spesa del Fondo sanitario per l’assunzione di medici e detassato gli straordinari dei medici ospedalieri. E con la piattaforma Agenas facilitiamo l’accesso ai servizi sanitari. È sufficiente? Certamente no, serve una riforma più ampia del sistema socio-sanitario e siamo impegnati a realizzarla, però è un segnale netto di discontinuità che il centrodestra rivendica”.
Boscaini adesso si aspetta “un segnale concreto anche dalla Regione, Forza Italia lo chiede”. “La medicina territoriale va potenziata e sviluppata davvero, i poliambulatori e le case di comunità sinora sono rimasti progetti perlopiù sulla carta” dice la parlamentare azzurra. La quale poi rammenta le problematiche del nuovo sistema informatico in uso nell’azienda ospedaliera universitaria integrata (AOUI) di Verona, che sta mettendo in seria difficoltà personale e utenza: “Mi chiedo perché la Regione abbia voluto sperimentarlo in una struttura cruciale per il sistema sanitario del nord Italia come l’azienda ospedaliera veronese, anziché scegliere un ospedale più piccolo e più adatto a un progetto pilota”.
Boscaini poi ricorda alcuni progetti rimasti incompiuti, eppure fondamentali per il territorio: “Penso all’ospedale di Bussolengo: quando la Regione ha deciso di chiuderlo si era impegnata a trasformarlo in un centro completo di riabilitazione a disposizione di tutta la provincia di Verona. Ancora però non si vede una progettualità. E lì va ampliato il reparto di psichiatria e riaperto il pronto soccorso, infatti oggi chi vive in quella zona della provincia di Verona si appoggia all’ospedale di Peschiera, ma sappiamo che il lago di Garda ha oggettivi problemi di viabilità”.