L’insegnante veronese Ottavia Papa è autrice de Il silenzio del sole, un romanzo distopico che racconta un futuro minaccioso che affonda le radici nelle problematiche del presente.
Vuole parlarci di lei?
Odio presentarmi, sono piuttosto restia a parlare di me! Sarà per questo che scrivo. Non credo di essere interessante io (sarà per questo che non ho mai scattato un selfie?), ma spero che possa essere interessante quello che scrivo. Nel panorama degli scrittori viaggio controcorrente? Certo! Comunque rispondo. Una mia caratteristica? Quando intraprendo qualcosa mi impegno molto, e sono esigente, più con me stessa che con gli altri. Per qualcuno, un’intellettuale: lo accetto solo se per intellettuale si intende una persona alla ricerca, che ha una grande passione per la cultura, l’arte e la bellezza.
Com’è nata la passione per la scrittura?
Lettrice onnivora fin dall’infanzia, non ho mai smesso il vizio. Perché ho iniziato a scrivere? Non me lo sono mai chiesto, ne ho sentito l’impulso, la necessità. Forse per prendermi una rivincita: almeno nel mio romanzo potevo decidere io come fare andare le cose, visto che nella vita reale capita di rado.
Come mai ha scelto un genere come la distopia?
Razionalità e immaginazione convergono in questo meraviglioso genere letterario – non sempre conosciuto o identificato come rivolto in esclusiva a un pubblico di adolescenti – che offre la possibilità di creare un mondo, ma anche di analizzare con intelligenza la società attuale e di ipotizzarne l’evoluzione. Nel mio romanzo ho voluto emozioni, suggestioni, avventura, ma anche riflessioni, indagine dell’animo umano. Probabilmente amo la distopia anche per una mia naturale inclinazione alla non omologazione, nutro simpatia per la dissidenza nei confronti di ogni autoritarismo e forma di controllo.
Ci parli de “Il silenzio del sole”
Ambientato nel 2100 nell’Italia del Nord. Dopo sconvolgimenti climatici, conflitti etnico-religiosi e una Guerra Devastatrice, sono sorte delle città-stato tra cui la Repubblica di Ylan. Esistono anche Comunità Locali sparse sul territorio, eterogenee per etnie e organizzazione sociale. Tre i filoni narrativi che si intrecciano seguendo le peripezie di un dissidente politico e di suo figlio, e di una ragazza. Tutti i personaggi sono alla ricerca di qualcosa, che sembra sempre sfuggire, o smentire le aspettative. Diverse le tematiche: la ricerca della libertà, il potere, la conoscenza e i libri, il rapporto genitori-figli, l’amore, l’amicizia, l’evoluzione e la convivenza tra le religioni. Sopravvivenze e trasformazioni del mondo di oggi. Che dire? Leggetelo. Sono i lettori che finiscono di scrivere i libri, o no? E’ di Oscar Wilde, non mia.
Quali sono i suoi modelli come narratrice?
Huxley, Orwell, Bradbury sono autori che ho nel cuore. Ma i Grandi Maestri sono anche Omero, Dante, Ariosto, Tasso. Leggere i migliori, sempre. Non li eguaglierai, ma farai sempre qualcosa di buono.
Il silenzio del sole. Perché ha scelto questo titolo?
Il titolo allude a un mondo arido in cui il sole spietato rimanda alla desolazione, alla impossibilità di avere risposte definitive. Le uniche certezze sono la morte e la vita che non dipendono dalla volontà degli esseri umani: tra questi due limiti si gioca la partita dei nostri destini.
Emanuele Delmiglio