Prime indicazioni su come andrà il 2018 tra accantonamenti già fatti e tetti di spesa che verranno imposti ai direttori generali. Sulla carta c’è scritto “-334”. Ma già adesso, nell’era dell’Azienda Zero, i conti della sanità veneta per il 2018 indicano un rosso molto più ridotto: 184 milioni di euro. Per ora. Perché la Regione ha già individuato le voci di spesa su cui azionerà i freni per giungere al risultato che non ha mai mancato nell’era Zaia: evitare di chiudere i conti in deficit. Anche a costo di bloccare ancora la nascita di nuove “Medicine di gruppo integrate” e di annunciare una nuova revisione dei “project financing” in atto nel mondo della sanità regionale ed ereditati dal passato. Con una delibera d’inizio marzo dell’assessore Luca Coletto, la Giunta ha preso atto che le nove Ulss venete, più aziende ospedaliere e Iov, hanno presentato il loro Bilancio preventivo (Bep). A raccogliere i dati e inserirli nel “cervellone” del Ministero a Roma provvede la nuova Azienda Zero, che elabora anche il bilancio di previsione “consolidato” della sanità veneta. Le risorse a disposizione delle Ulss quest’anno sono già note: la Giunta era arrivata solo a fine anno a definire quelle per il 2017, ma ha deliberato che quella spartizione vale anche per il 2018. A guardare i preventivi delle Ulss emerge che solo una, quella del Veneto Orientale, prevede i conti in positivo. In particolare emergono le previsioni fortemente negative di Venezia (-145 milioni), sia Padova che Verona (-71 milioni), Azienda ospedaliera patavina (-64 milioni) e Ulss pedemontana vicentina (-48 milioni). Sommando, ne esce un deficit di -529 milioni. Ma qui entra in gioco l’Azienda Zero, operativa nei fatti da quest’anno e con compiti sia da “sala macchine degli uffici” sia di supervisore amministrativa su tutte le altre aziende sanitarie. Il suo bilancio preventivo è positivo di 195 milioni: con la somma dei conti si giunge quindi a un rosso previsto di -334 milioni. Che comunque, rimarca la delibera di Coletto, è in miglioramento di ben il 13,1% rispetto alle cifre di previsione di perdita nel 3° trimestre del 2017. È sempre l’Azienda Zero adesso, spiega la delibera, a guidare le danze. Ha già infatti indicato quale sono le voci di “maggiore spesa per quest’anno” su cui si dovrà intervenire. Primo, gli investimenti: sommando le previsioni delle Ulss nel 2018 c’è un aumento di 73 milioni sull’anno precedente (in tutto 186 milioni). Secondo: l’acquisto di beni sanitari. Terzo: i costi dei medici di base. Il pareggio è dietro l’angolo.