Il Ristori ospita un “eco-spettacolo’’. Stasera “Il canto della Terra’’ Co-produzione tra il Teatro di Verona e la Mvula Sungany Physical Dance di Roma

Un “eco-spettacolo”, come è stato definito, in musica, voce e danza. Una nuova e suggestiva co-produzione tra il Teatro Ristori di Verona e la Mvula Sungany Physical Dance di Roma per il debutto della rassegna di danza 2022/2023 del Teatro Ristori di Verona.
Stasera alle 20 andrà in scena Il canto della Terra (Das Lied von der Erde), l’opera-testamento di Gustav Mahler – composta durante i soggiorni degli ultimi anni a Dobbiaco – rivisitata in chiave multidisciplinare ed intimistica dal coreografo e regista contemporaneo italo-africano Mvula Sungani.
Riproposta nella versione per orchestra da camera di Arnold Schönberg, Mvula Sungani ha saputo trasferire, nel linguaggio plastico della “sua” Physical Dance e nell’intima fusione tra musica e movimento, gli aspetti più intimi dell’opera di Mahler nonché il tema, centrale, di una necessaria riconciliazione tra uomo e natura, per una rinascita comune che va oltre il ciclo perpetuo di vita e morte. Note, voce e movimento si fondono in una plasticità struggente e “pensante” che si fa messaggio “universale” nell’urgenza di tornare ad amare e rispettare la terra e la natura.
IL CAST AL RISTORI – Sul palco, nel cast della danza, l’ètoile Emanuela Bianchini e i solisti della Mvula Sungani Physical Dance, accompagnati dalla musica di Gustav Mahler eseguita dal vivo dall’Ensemble Windkraft e dalle voci del mezzo soprano Anna Maria Chiuri e del tenore John Jurgens, diretti dal maestro Kasper De Roo.
I sei ballerini, che attraversano sipari di tulle bianchi trafitti da proiezioni non definite, sono alla ricerca di risposte che solo la natura potrà dare. In sequenze distinte interpretano le sei parti della composizione, riproducendo, in libera interpretazione, proprio i testi di Hans Berger de Il Flauto cinese (Die Chinesische Flöte mit Nachdichtungen).
Sungani porta, dunque, sul palco la stringente attualità ecologica ed esistenziale dell’opera e rielabora quella visione di natura, vita, morte e dolore che, ispirandosi alla raccolta di poesie “Il Flauto cinese” – tradotte e riadattate dal poeta Hans Berger – Mahler vi aveva racchiuso unitamente al suo sconfinato amore per la musica.
“Credo che questa composizione di Mahler possa essere considerata di grande attualità – le parole del regista e coreografo Mvula Sungani – in quanto tratta temi ecologici, parla del rapporto tra l’uomo e la natura ed auspica una rinascita comune. Questi argomenti ci riconciliano con il creato, li ritengo fondamentali per indurci a riflettere sull’urgenza di tornare ad amare e rispettare la nostra amata Terra”.
LA RASSEGNA DI DANZA – Il Canto della Terra dà il via alla Rassegna di Danza che in questi anni ha caratterizzato la trasversalità della programmazione del Ristori, dove danza, prosa e musica si uniscono in un unico ensemble.
Sei gli appuntamenti con artisti da tutto il mondo: la Compagnia Zappalà il 19 novembre sarà in scena con Beethoven – Nona Sinfonia; il 27 gennaio 2023, in occasione della Giornata della Memoria, il Nuovo Balletto di Toscana si esibirà con Il Quartetto per la fine del tempo di Oliver Messiaen; il 4 febbraio una nuova produzione del Teatro Ristori con la MM Contemporary Dance Company in Calling Bach con le musiche dal vivo di Cesare Picco; dal Canada, l’11 febbraio, arriveranno i Machine de Cirque con lo spettacolo circense La Galeriè; a chiudere, il 22 febbraio, 50 years, il nuovo spettacolo della compagnia Mummenschanz.