Il rischio, la fatica della gioventù. Un affresco sui bellissimi 20 anni Il "letto" del sabato: mandami tanta vita

“Mandami tanta vita” di Paolo di Paolo (2013, Feltrinelli“
L’imprevedibile, l’impensabile possono accadere, accadono”. Il giovane Moraldo arriva a Torino per una sessione d’esami e scopre che la sua valigia è stata scambiata con quella d’una sconosciuta. Siamo nel 1926 e il ventiquattrenne non fa che ammirare a distanza la vita di un suo coetaneo, l’editore antifascista Piero Gobetti. “Mandami tanta vita” non è una biografia. Si tratta piuttosto di un romanzo ispirato dalla figura storica di Piero Gobetti, che però qui diventa solo personaggio, Piero, del quale si raccontano gli ultimi giorni di vita, una vita spesa tra l’attività di intellettuale antifascista e l’amore per la moglie Ada. Contrariamente a Piero, Moraldo è un giovane timido e insicuro, che fatica a vivere la sua età e che vorrebbe farsi amico l’editore, sebbene ogni tentativo fallisca. Il ritrovamento della sua valigia è l’occasione per incontrare Carlotta, giovane fotografa della quale si innamora e che seguirà sino a Parigi. E proprio a Parigi si consumano anche gli ultimi giorni di Piero. Un affresco sui vent’anni, quelli frementi, titubanti, quelli che non sanno dove andare, quelli in cui tutto è ancora possibile e ci si può permettere il lusso di sprecare il tempo. I vent’anni dei baci dati sul portone di casa, dell’incanto, quelli delle domande, tante, tutte importanti: si può chiedere al tempo di rallentare, per vederti di più? Dove resta scritto, dove resta segnato l’amore che facciamo? E le idee, almeno le idee, ci sopravvivranno?

G. Tom.