Aumentano in tutta Europa i casi di malattie infiammatorie croniche dell’intestino. L’Italia – con circa 150mila pazienti, oltre 12mila nel Veneto e 3mila nell’Ulss 9 Scaligera – è un Paese a media incidenza. Sotto accusa i fattori ambientali (alimentazione ed inquinamento), che in persone già predisposte geneticamente scatenano una reazione abnorme del sistema immunitario, causando un’infiammazione cronica dell’intestino. Poiché la causa di questo processo è sconosciuta, rendendo impossibile qualsiasi forma di prevenzione, diventa cruciale la fase diagnostica al fine di una scelta anticipata e corretta di alcuni tipi di terapie (come i farmaci biologici) che in passato venivano riservati solo a fasi avanzate e irreversibili di malattia, quando già erano presenti conseguenze gravemente invalidanti per il paziente. Proprio la diagnostica endoscopica e radiologica sarà al centro del terzo focus annuale sulle malattie infiammatorie croniche dell’intestino (malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa) organizzato dall’IBD Unit (Inflammatory Bowel Disease) dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, di cui è responsabile il dottor Andrea Geccherle. L’appuntamento scientifico si terrà venerdì 13 settembre all’Hotel Leon D’Oro (viale Piave, 5-Verona) ed è rivolto a radiologi, endoscopisti, gastroenterologi, chirurghi e anatomopatologi, tutti specialisti coinvolti in una logica multidisciplinare nel trattamento delle IBD. Inoltre verrà illustrata – con l’intervento di Susanna Jaghult del Karolinska Istitutet di Stoccolma – la figura dell’ IBD nurse, un’infermiera, che grazie a una specifica formazione, all’interno del gruppo multidisciplinare diventa punto di riferimento del paziente. Quello di Negrar sarà uno dei primi centri italiani ad avvalersi di questo tipo di figura con le prerogative previste dalla ECCO (European Crohn Colitis Organisation).