“Stamattina abbiamo avuto una lunga conferenza coi direttori delle Ulss: siamo preoccupati, abbiamo tre province, Verona, Padova e Treviso, con una curva di crescita di contagi importante”. Così il governatore del Veneto Luca Zaia durante la consueta conferenza stampa. “Oggi”, ha spiegato, “abbiamo discusso e deciso un nuovo piano di sanità pubblica, prudenziale, per gestire il virus: ridurremo alcune attività ospedaliere per concentrarci sul Covid. E’ come se avessimo una sorta di bollettino meteo che ci dà una proiezione per la prossima settimana. I dati dell’ospedalizzazione però non sono così allarmanti. “Un anno fa, a quest’ora, eravamo nel pieno dell’epidemia, con 464 terapie intensive occupate. Oggi”, ha evidenziato Zaia, “abbiamo a disposizione 1.016 posti, e 157 sono occupati da pazienti Covid. Possiamo dire che se non avessimo fatto questo lavoro di preparazione delle terapie intensive non saremmo stati in grado di affrontare l’ondata di dicembre. Il bollettino giornaliero: 757 nuovi contagi, 29.514 gli attualmente positivi, 1.004 ricoverati non gravi, 12 decessi.
Zaia ha fatto il quadro della situazione vaccinale in Veneto. “Ora Astrazeneca verrà somministrato anche alle persone con più di 65 anni. La vera sfida sono proprio i vaccini, e in questo modo cambia ancora il piano. Per il secondo trimestre in Italia arriveranno 22 milioni di dosi AstraZeneca, dal primo di aprile, almeno un milione arriveranno anche in Veneto. Nel giro di una decina di giorni avremo anche Johnson&Johnson. Vorremmo arrivare a fare 45mila vaccini al giorno, con l’aiuto dei medici di base, abbiamo anche mille specializzandi che potrebbero essere autorizzati a somministrare le dosi. Abbiamo chiesto l’apertura tutti i giorni”, ha aggiunto il governatore, “domeniche comprese, dei centri vaccinali delle Ulss del nostro territorio. Il nostro problema non sono le strutture, ma la mancanza di vaccini, ci servono quelli, poi se arriveranno ci serviranno vaccinatori. Sarebbe meglio vaccinare tutti per l’estate. Sui vaccini spero si ragioni per fasce di età invece che per categorie, anche perché il rischio varia in base all’età. In Veneto la mortalità ha interessato la fascia degli 80 enni, ad esempio. Oggi abbiamo 141 ospiti delle case di riposo positivi in Veneto, sono pochissimi, significa che la campagna vaccinale nelle Rsa sta funzionando. La Fase 1 delle vaccinazioni in Veneto deve essere completata entro questa settimana. Abbiamo accantonato molti vaccini per le seconde dosi prudenzialmente, dopo esserci scottati con il mancato arrivo. Abbasseremo pian piano il livello di quel magazzino”. Caldissimo, purtroppo, l’argomento scuola, e l’ha sviscerato la dottoressa Francesca Russo, a capo del dipartimento prevenzione della Regione. “Il nuovo dpcm prevede la sospensione delle scuole a livello regionale quando l’incidenza dei casi è pari a 250 su 100mila. Noi stiamo controllando ogni giorno l’incidenza (degli ultimi 7 giorni) nella popolazione a livello regionale e la valutiamo a livello di provincia, azienda Ulss e distretto (non a livello comunale). Abbiamo visto che alcuni distretti hanno incidenza superiore a 250, questo comporta alcune misure, vogliamo agire in modo puntuale. Per questo deve essere seguito dalla Ulss di riferimento, le tre realtà sono l’Alta Padovana (272 su 100mila), il distretto di Asolo (268 su 100mila) e il Veneto Orientale (302 su 100 mila). Qui le scuole dalla seconda media (compresa) andranno in didattica a distanza, non da domani mattina, serve poter organizzare, ma daremo il tempo a scuole e famiglie per organizzarsi, 24-48 ore, partiremo all’incirca giovedì”, ha chiarito Russo. “Dunque in questa fase le scuole dell’infanzia e le elementari non verranno toccate dal piano di chiusure. La questione è stata affrontata anche da Zaia. “Per la fascia 0-6 anni non verranno chiuse le scuole, tranne in casi estremi, dove ci sia un’infezione dilagante nell’asilo o nella scuola elementare. Questo non compete a noi, compete alla Prevenzione delle Ulss, che decide in loco, quindi non aspettiamoci una roba fatta col bilancino da farmacista. In questa fase stiamo parlando comunque di superiori e di qualche anno delle medie”. Passaporto vaccinale? “Stiamo lavorando anche a questo”, ha affermato il governatore. “Sta diventando realtà, e noi non facciamo discriminazioni, chi non vuole vaccinarsi non lo farà, ma se a qualche veneto verrà chiesto di dimostrare la vaccinazione dobbiamo essere in grado di rilasciare il documento che attesti l’avvenuta immunizzazione. E chi non è vaccinato deve sapere che deve ringraziare chi invece si è vaccinato”. La Sardegna pensa di chiedere il passaporto vaccinale ai turisti, e il Veneto? “Noi, prima di chiedere il passaporto vaccinale agli altri dobbiamo essere Covid free. Credo che non ci debba essere una guerra fra poveri, la vera sfida è vaccinare tutti. Meglio dire ai nostri turisti che noi siamo tutti vaccinati, piuttosto di chiedere loro il passaporto vaccinale”. L’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin ha parlato della vaccinazione da parte dei medici di base: “Stiamo chiudendo l’accordo con i medici di medicina generale per le vaccinazioni, domani avremo l’incontro di chiusura, sia per la parte logistica (dove fare le vaccinazioni), sia per la parte economica, legata all’accordo nazionale. Si possono impiegare su base volontaria anche gli specializzandi, oggi alle 14.30 incontrerò i rappresentanti di due università per declinare su base regionale l’accordo nazionale. Le farmacie sono disponibili, quando ci sarà un accordo nazionale poi lo declineremo anche questo nel regionale”.