La “favola” del PRP, mi ricorda quella della carnetina ai mondiali di Spagna del 1982. Davvero l’impiego di queste sostanze ha effetti così miracolosi sugli atleti oppure ci sono una serie di fattori concomitanti che un approccio scientifico razionale dovrebbe considerare?
Sofia Goggia ha dichiarato: “Ho fatto di tutto per esserci, ho trovato dentro di me risorse incredibili, ho corso con gli antidolorifici. La biologia ha i suoi tempi, ma la mia volontà ha cambiato il percorso di guarigione delle mie cellule. È stato un periodo talmente tosto che la discesa è stata la cosa più facile da fare. E ho sciato forte, senza paura. Peccato per l’oro, ma questo argento ha un valore incredibile, forse la medaglia di maggior valore dal punto di vista soggettivo”.
Il PRP è utilizzato da alcuni anni in medicina sportiva, con risultati talvolta buoni ed altre volte meno. La vicenda della Goggia lo ha portato all’attenzione del grande pubblico, grazie al recupero dopo soli 23 giorni da un grave infortunio quale la “lesione parziale del legamento crociato anteriore” e alla conquista della medaglia d’argento nella discesa olimpica disputatasi a Pechino in Cina.
Forse un 5% di merito potrà essere attribuito al PRP, ma il restante merito è tutto dell’atleta, che possiede una coordinazione neuro-motoria superlativa, masse muscolari efficienti ed una forza di volontà e di adattamento allo sforzo, uniche.
Il comunemente chiamato PRP – Plasma Ricco di Piastrine – è un prodotto di derivazione ematica, caratterizzato dalla forte concentrazione di fattori di crescita. Il Platelet-Rich Plasma, termine inglese da cui deriva l’acronimo PRP, viene utilizzato a scopi terapeutici, per la sua peculiare capacità di stimolare e facilitare la rigenerazione tissutale, in diversi ambiti medici che vanno dall’ortopedia alla chirurgia plastica.
Le infiltrazioni di PRP sono utilizzate nel trattamento di lesioni sportive e traumatismi acuti, come le distorsioni del ginocchio, le lesioni muscolari. Questa sostanza può accelerare la guarigione di un tendine dopo un infortunio (di norma, questo processo avviene molto lentamente). Anche le lesioni croniche a carico dei tendini vengono trattate con questo tipo di infiltrazioni.
Nell’artrosi le terapie a base di Plasma Ricco di Piastrine sono applicate per la gestione di patologie degenerative ortopediche, come l’artrosi del ginocchio, dell’anca e della caviglia.
L’impiego terapeutico del PRP si basa fondamentalmente sulla possibilità di concentrare il contenuto piastrinico per consentire che l’incremento dei fattori di crescita possa accelerare la riparazione dei tessuti. Il beneficio che ne può derivare è un tema piuttosto dibattuto. Negli ultimi anni, sono stati prodotti diversi studi scientifici finalizzati ad approfondire e a dimostrare o meno l’efficacia dell’applicazione in ambito odontoiatrico, ortopedico ed estetico.