Si è chiuso con una coda polemica la lunga annata di “Carcere e scuola”, il progetto di educazione alla legalità ideato da Maurizio Ruzzenenti e che in questi anni ha fatto nascere gli incontri tra studenti e detenuti della Casa circondariale di Montorio. “Purtroppo anche quest’anno scolastico”, ha detto Ruzzenenti, “è stata impossibile la naturale conclusione del progetto con l’ingresso delle nostre scuole nel carcere di Verona, per l’incontro fra i giovani e la popolazione reclusa. Questo a causa della scelta della direttrice che ha preferito seguire altre modalità, costringendo le scuole che hanno voluto incontrare personalmente i detenuti e impegnarsi in una qualsiasi attività (di solito un incontro sportivo) sono state costrette a emigrare nella casa Circondariale di Vicenza. Lì al contrario, sfruttando una grande disponibilità del direttore e del personale del Carcere di Vicenza e la grande volontà (anche economica, ci sembra doveroso rilevare) di alcuni dirigenti e insegnanti, è stato permesso a ben cinque scuole del veronese la naturale conclusione del progetto con l’ingresso in una struttura carceraria. Nonostante queste difficoltà”, ha concluso Ruzzenenti, “noi perseveriamo nella nostra opera e continuiamo a formare i giovani delle scuole perché crediamo fortemente in questo progetto e nelle positive ricadute che ha nella società”. Quest’anno si sono tenuti “Corsi di Educazione alla Legalità” (che prevedono un minimo di quattro interventi per complessive 10 ore) nella scuola media “Don Cesare Scala” di Peri; alla “Zanella” di Monteforte; alle “Stimate”; alle elementari “Manzoni” di Verona; all’istituto “Medici” di Legnago; al liceo “Zanella” di Schio; alla scuola media “Montalcini” di Dossobuono e al liceo “Medi” di Villafranca. Tutto questo ha comportato un impegno molto gravoso per l’associazione. “Per la parte formativa”, conclude Ruzzenenti, “dobbiamo ringraziare il fattivo apporto di due magistrati, Elvira Vitulli e Gennaro Ottaviano, rappresentanti dell’ANM che hanno coordinato la presenza dei colleghi, a partire dal procuratore capo della Repubblica Angela Barbaglio. Per non parlare dei carabinieri, a partire dal comandante, il colonnello Ettore Bramato. Oltre ai tanti avvocati. A tutte le persone va il nostro ringraziamento e la convinzione che saranno ancora al nostro fianco per una migliore crescita delle giovani generazioni perché è nostra intenzione riproporre a tutte le scuole questo percorso che ha ricevuto unanimi consensi da insegnanti e, soprattutto, dai ragazzi”.