Nuovo equilibrio economico: “Vediamo come va a finire”. Orcel (Ceo di Unicredit): “Ci sono impatti negativi e positivi. L’Europa probabilmente ne risentirà meno degli Stati Uniti”
Dazi che vengono sparati a raffica e anche un po’ a casaccio da Washington, borse che crollano dall’Asia all’Europa a Wall Street, il mondo finanziario terremotato: che cosa succederà con le nuove tariffe imposte dal presidente americano Trump? C’è poco da fare, “si sta ridefinendo un nuovo ordine economico mondiale”. Parola di Andrea Orcel, Ceo di Unicredit, amministratore delegato del secondo gruppo bancario italiano, presidente della Fondazione Unicredit, uno dei banchieri più potenti e apprezzati in Europa e non solo.
Come andrà a finire non lo riesce a prevederlo neppure lui : “è prematuro, vediamo come andrà a finire”, dice parlando questa mattina all’Università di Verona, nel polo Santa Marta dove il rettore Pier Francesco Nocini (il cui mandato scade tra sei mesi) lo ha invitato per dar vita a una collaborazione che possa dare risposte concrete ai bisogni degli studenti.
Conseguenze per questi dazi? “Ci sono state altre crisi sui mercati mondiali, ma questa è la reazione maggiore mai registrata sul libero mercato da più di 100 anni e porterà a un nuovo equilibrio economico. Ripeto, vediamo come va a finire”. Quanto saranno nocivi? “E’ presto per capirlo, ci sono impatti negativi, altri positivi. L’Europa probabilmente ne risentirà meno degli Stati Uniti”.
E in questi contesti nazionali e internazionali che si fanno sempre più difficili, diventa strategico dare risposte a quelle migliaia di studenti che una volta laureati sono sempre più attratti da atenei e impieghi all’estero. Una fuga superiore ai 500 mila giovani l’anno che lasciano l’Italia, una intera classe dirigente del futuro che se ne va. Come bloccare questo esodo? “Dando maggiori opportunità di lavoro”, risponde Orcel, “negli ultimi 3 anni nel gruppo Unicredit sono stati assunti 8 mila giovani, di cui 3 mila in Italia, se tutti facessero così…”.
Ma la sfida per il rettore Nocini è riuscire a creare un prestito d’onore per gli studenti universitari, così che non siano costretti a scappare dall’Italia e per questo l’evento di questa mattina al quale ha partecipato il Ceo di Unicredit aveva il titolo “Equità nell’istruzione,. Dalla scuola secondaria all’Università”.
La strategia del rettore è chiara: da una parte la realizzazione di un campus con studentato in sinergia con la famiglia di Leonardo Del Vecchio, progetto annunciato il 7 febbraio in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico “e che sta andando avanti, siamo in attesa della risposta delle istituzioni ma sono fiducioso”, ha detto stamattina il Magnifico, e dall’altra la collaborazione con Unicredit.
Nocini punta su Unicredit e Del Vecchio. Il rettore alla ricerca di mecenati dopo che l’ateneo ha visto crescere il numero di studenti
“Spero che riusciremo ad avvicinarci sempre di più alla mentalità anglosassone e a quello che avviene nelle università del Nord Europa dove agli studenti viene data la possibilità di farsi una famiglia. Un neolaureato cosa fa il giorno dopo? Dove va ad abitare? Questa è la prima risposta da dare, in modo che siano trattenuti in Italia. Il secondo punto è dare un prestito d’onore, in modo che appena iniziano a lavorare possono restituire quello che hanno ricevuto. In Italia siamo ancora indietro, dobbiamo accelerare”.
Una ricerca di mecenati, quindi, “che può avere successo se l’università dimostra di avere tempi certi, risposte veloci, aperture al territorio”, ribadisce Nocini che venerdì incontrerà di nuovo Del Vecchio. “L’impegno della nostra università per abbattere le barriere di accesso alla formazione universitaria ha dato importanti risultati con un aumento di iscritti, in meno di sei anni, passati da 25.771 a 29.875. Grazie a un importante intervento economico la no tax area è passata da 24 a 27 mila euro di Isee consentendo a circa 13 mila universitari di non pagare la retta di iscrizione. Le residenze per gli studenti fuori sede sono aumentate passando da 430 posti letto del 2021 agli attuali 540 e saranno 670 entro il 2026”.
E parlando agli studenti alla Santa Marta, in questo contesto Orcel ha spiegato che “per noi è una grande opportunità confrontarci con loro e scambiare idee e lanciare la nostra ricerca che ha l’obiettivo di valutare e superare gli ostacoli
per accedere all’educazione universitaria. E’ un progetto pilota per 200 studenti, 100 in Lombardia e 100 in Campania che provengono da situazioni svantaggiate. I migliori 70 avranno sponsorizzazioni da Fondazione Unicredit. Investiamo 1 milione e mezzo di euro e i 70 selezionati riceveranno una borsa di studio di 5 mila euro all’anno per i primi tre anni del corso di laurea scelto oltre a un supporto di mentoring”.
Allargando l’orizzonte, Orcel ha riconosciuto che “l’Europa ha costruito un sistema educativo di eccellenza ma persistono significative disparità nelle opportunità di accesso all’istruzione superiore. Troppi giovani di talento provenienti da contesti svantaggiati continuano a incontrare ostacoli che ne limitano il potenziale. In Unicredit Foundation siamo determinati ad abbattere queste barriere affinché le difficoltà economiche non siano un freno al successo accademico”.
mb