Mentre i politici tendono a minimizzare il fenomeno, il rappresentante del Governo taglia corto: Verona è una città tranquilla? “Sì, anche per i soldi delle mafie”
Verona città tranquilla. Forse troppo ed è in tutta questa tranquillità che la criminalità organizzata può mettere radici più facilmente. L’ha lasciato subito intendere il nuovo prefetto Salvatore Mulas. Tant’è che appena arrivato, una delle prima cose che ha fatto è stata quella di rafforzare la squadra che lavora al controllo delle infiltrazioni mafiose. Proprio così. Perchè è proprio nella finta tranquillità che il fenomeno si ingrandisce. Soprattutto se le istituzioni per prime ne negano l’esistenza quasi per esorcizzarla. Da allora il prefetto è in continuo contatto con la direzione investigativa antimafia di Padova. E sono fioccati i primi provvedimenti interdittivi: l’obiettivo non è solo quello di fermare le aziende “contaminate”, ma di aiutare le imprese “pulite”. Il movimento terra, la progettazione, sono quelli i settori dove la malavita organizzata punta a infilarsi. “Questa città bellissima e sicura – dice il prefetto – e …loro la considerano una bellissima e sicura cassaforte”. Quando Mulas dice “loro” si riferisce proprio alle associazioni dii stampo mafioso. La lotta alle infiltrazioni della criminalità nel tessuto imprenditoriale è una delle principali, se non la principale, preoccupazione dell’ex capo della Mobile di Palermo e Torino. Da quando si è insediato nella nostra provincia, ha già firmato due interdittive antimafia: le aziende veronesi Nico.Fer e Gri.Ka non possono più partecipare a bandi pubblici a causa dei loro rapporti giudicati “pericolosi”. Il provvedimento interdittivo è una misura preventiva che serve ad evitare che la criminalità venga contrattualmente in contatto con la pubblica amministrazione ed è lo strumento con il quale la Prefettura sta cercando “proteggere” il tessuto imprenditoriale veronese. “I veronesi sono bravissimi a creare ricchezza”, ha spiegato Mulas, “ma devono stare attenti che questa ricchezza non venga aggredita. Lo ripeto ai politici, alle forze dell’ordine, agli imprenditori: quando vieni preso nella morsa della Mafia, non te ne liberi più”. Meglio non minimizzare la questione: “Se la ‘ndrangheta è riuscita ad arrivare in Germania, volete che non riesca ad arrivare nel nord Italia?”.