Il post di Mariotti scatena una “rissa” Bertucco durissimo (Pd): “Una vergogna. Il presidente di Serit deve dimettersi”

Festa della Repubblica con polemica. Feroce, pure. Espolde per un post di Massimo Mariotti. Galeotto fu facebook. Il post è “al veleno” e ovviamente “avvelena” ben presto il clima intorno al 2 giugno. “L’unica Repubblica è quella sociale” vi si legge, nella foto che vedete in questo servizio.
Figurarsi le reazioni, immediate e inevitabili. “Spiace molto che nella lista di fratelli d’Italia che si presenterà alle elezioni regionali vi siano persone contrarie alla Repubblica” attacca Federico Benini, Pd. “Proprio tra questi figurano personaggi come Massimo Mariotti che sul suo profilo Facebook sostiene come l’unica Repubblica sia quella sociale con scontato riferimento all’esperimento politico nazista in Italia all’indomani dell’armistizio del settembre ’43. Tutto questo mi desta profondo stupore. Se vi è infatti una persona che deve essere grata alla Repubblica italiana e alla sua democrazia è proprio Mariotti che da più di un quarto di secolo campa grazie ai soldi presi dalle svariate aziende partecipate che ha presieduto e ai vari cda di cui ha fatto parte proprio grazie alla vituperata repubblica democratica che ancora gli permette di candidarsi e di prendere quasi 10 mila euro al mese come cons regionale”.

Non è da meno, anzi, Michele Bertucco, che alza il tiro. “Vedere i nipotini del collaborazionista nazista Giorgio Almirante e del secessionista Umberto Bossi scendere in piazza il 2 Giugno nel tentativo di strumentalizzare a fini elettorali ed ideologici anche la Festa della Repubblica italiana, indivisibile e antifascista, dà l’idea della disintegrazione politica e direi anche morale dell’amministrazione Sboarina” è l’esordio di Bertucco.

“Chiarisce bene quali siano i veri intenti della mobilitazione odierna l’indegno presidente Serit Massimo Mariotti che ricorda la fede sua, e quella del suo partito, nei confronti della repubblica fantoccio di Salò, collaborazionista dei nazisti invasori dell’Italia in via di liberazione. Altro che “orgoglio tricolore”, questi l’onore e la vergogna non sanno neanche dove stia di casa. Chiediamo al Sindaco di intervenire nei confronti di Amia, socio di maggioranza di Serit, affinché Mariotti sia deposto o invitato a rassegnare le dimissioni. Chi non si riconosce nella Repubblica Italiana non può e non merita di rappresentare un’azienda controllata pubblica”.

Ma le polemiche non sono finite. Nel pomeriggio ecco il flash mob, annunciato, del centrodestra, guidato da Ciro Maschio. Al termine, è intervenuto Mao Valpiana. “Doveva essere un flash mob, è diventato un assembramento non autorizzato, contro ogni regola di distanziamento ancora in vigore.

La manifestazione del centrodestra di oggi in piazza Bra, capeggiata dal Presidente del Consiglio Comunale di Verona, munito di megafono, é un fatto vergognoso. Quella di oggi era una manifestazione non autorizzata, molti senza mascherine, è un fatto grave e per questa ragioni lo segnalo alla Procura della Repubblica affinché apra, se lo ritiene, una indagine. Ero sul Liston a godermi la giornata di sole, e ho assistito personalmente alla scena. Fatto curioso: mentre il centinaio di manifestanti, tra cui alcuni rappresentanti istituzionali e politici, si assembrava a meno di un metro ciascuno, i visitatori che entravano in Arena, dovevano giustamente rispettare le distanze e le regole sanitarie, così come i gestori dei bar che tenevano i tavolini ben distanziati l’uno dall’altro, pena sanzioni e multe.

Ma la Legge, non è uguale per tutti?I vigili e i rappresentanti delle forze di Polizia presenti, non sono intervenuti a far rispettare le regole, come invece avviene la sera per la “movida” di Piazza Erbe. Anche questo è una fatto da verificare, ha concluso Valpiana.