IL “POPOL0 DELLA FAMIGLIA” SPOSA GRIGOLINI SINDACO Comunali 2017: il movimento rompe gli indug. Di fronte all’attuale stato di incertezza del centrodestra si propone in maniera autonoma come scelta politica

L’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia a Roma e l’intervista al segretario nazionale Gianfranco Amato, pubblicata la settimana scorsa da Verona Fedele, hanno tracciato un percorso per le prossime elezioni amministrative. Uscita in seguito ad alcune indiscrezioni di stampa, la proposta nazionale di indicare Filippo Grigolini come candidato sindaco a Verona è stata accolta con grande soddisfazione dal movimento veronese. L’asso­cia­zione, che a Verona ha come portavoce Claudio Corradi (vice presidente) e Antonio Zerman (segretario), non ha dubbi: per i principi che ha sempre difeso, per l’impegno associativo e culturale, per l’esperienza politica amministrativa degli ultimi 10 anni e per la sensibilità al sociale,  Grigolini, 43 anni, coniugato, padre di 4 figli, impiegato nel ramo farmaceutico, “è persona in grado di guidare l’amministrazione della città per i prossimi anni con una visione chiara e coerente”. Il Popolo della Famiglia, dicono in una nota,  inizia la propria campagna elettorale da un dato di verità forte e chiaro che tutti si ostinano a nascondere. Con i suoi quasi 3.000 decessi e poco più di 2.000 nascite all’anno, Verona sta inesorabilmente morendo. È  fondamentale invertire questa tendenza per dare speranza alle nuove generazioni e alle giovani coppie che desiderano costruire un futuro nella e per la nostra città. Il tutto con strumenti innovativi e competenti di gestione che permettano anche di agire con efficacia e priorità nei confronti delle persone che più stanno soffrendo e vive nell’emarginazione sociale ed economica. Con questa nuova candidatura a sindaco, l’area del centrodestra, tenuto conto che mancano ancora i candidati sindaci  di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, si sta intasando. Ma l’attuale stato di incertezza del dibattito politico locale, e ancor più l’impossibilità di abdicare anche ai propri capisaldi, “obbliga il Popolo della Famiglia a rompere gli indugi e a proporsi in maniera autonoma e determinata come scelta politica”, con un programma per l’amministrazione della città, che abbia al centro la famiglia e la sua funzione per la società.