Il ponte di Penelope riaprirà in estate. Ponte Nuovo del Popolo, chiuso da quattro anni per lavori, aperto dal novembre scorso su una corsia in uscita da via Nizza a San Tomaso, sarà finito e riaperto al traffico normale sulle due corsie entro fine agosto. Sarà rinforzato in tutte le sue campate, adeguato per la normativa antisismica con giunti elastici in grado di sopportare eventuali oscillazioni, ripulito e con una nuova illuminazione studiata dal politecnico di Milano che conferirà un “aspetto romantico” come l’ha definito l’assessore Federico Benini.
E’ stato questo l’esito della commissione consiliare presieduta da Pietro Trincanato di Traguardi che ha organizzato il sopralluogo in cantiere con dirigenti comunali, tecnici e consiglieri di maggioranza e opposizione.
La storia di Ponte Nuovo del Popolo è la più travagliata di tutti i ponti di Verona, è stato rifatto, con questa, per 13 volte. Travolto dalle piene dell’Adige, distrutto da incendi (era di legno), crollato sotto il peso delle truppe viscontee, minato nel 1945 dalle truppe naziste tedesche, questo ponte nel dopoguerra venne ricostruito in due anni. Dopo la distruzione da parte dei nazifascisti che minarono tutti i ponti di Verona facendoli saltare, venne inaugurato nel 1947, due anni dopo. Ora invece per ristrutturarlo sono serviti più di quattro anni: un ponte dei sospiri.
la fine lavori era prevista nel settembre 2023. Ma il cantiere è partito male da subito, nel 2021.
I lavori, è stato ricordato, sono iniziati con sei mesi di ritardo per bonifiche da ordigni bellici e accertamenti per scavi archeologici. Poi nell’autunno 2023 è arrivata la piena dell’Adige che ha semidistrutto il ponteggio sotto il ponte ed è stato necessario un anno per rimettere tutto a posto e rispettare le prescrizioni del Genio civile che ha imposto un ponteggio mobile che si può alzare in caso di piena del fiume. Come ricostruito dlal’assessore Benini, questo ponteggio mobile è stato alzato finora una sola volta, nell’autunno 2024 per la piena; ogni alzata comporta l’intervento di personale ad hoc, accorgimenti tecnici, tra le quattro e le cinque ore di lavoro e una spesa tra i 15 e i 20 mila euro. Il Comune ha previsto finora la spesa per 3 alzate, ne restano due che forse non serviranno e saranno soldi risparmiati. “Quindi il ritardo vero di cantiere è di 5, 6 mesi”, ha concluso Benini.
Il cantiere, nel quale ha lavorato sempre la solita impresa fin dall’inizio, sta demolendo e ristrutturando la terza e ultima campata, quella verso San Tomaso. Le prime due campate sono già a posto, rinforzate e adeguate alla normativa antisismica come spiegato dagli ingegneri Zamperini e Modena. La soletta è stata gettata anche sopra a queste due campate. I sottoservizi verranno ripristinati nella loro sede, togliendo l’attuale tunnel che divide ora il marciapiede dall’unica corsia percorribile. Nel cantiere lavorano ora 15 operai e il ritmo è sicuramente migliore rispetto a quello di un paio di anni fa. Forse perché il Comune ha previsto a un certo punto di fare riunioni operative sul cantiere ogni 15 giorni per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori.
A fine agosto, dunque, ritorneranno le due corsie per il normale transito sul ponte, una situazione che a dir la verità, tra limitazioni di portata e lavori, non si vede da una decina di anni. Le precarie condizioni della struttura di ponte Nuovo infatti avevano già portato a forti limitazioni di transito. Da fine agosto sarà possibile quindi percorrere in auto il ponte anche da San Tomaso verso il centro storico, poi gli autorizzati potranno entrare in Ztl, i non autorizzati potranno solo svoltare a sinistra in lungadige Rubele.
mb