Il PD brucia La Paglia. I Dem in consiglio trasformano un successo in polemica L’elezione del nuovo vicepresidente Vallani è accompagnata dalla presentazione di una candidatura individuale della sua consigliera. Paola Bressan li attacca sulla questione “di genere”. Benini si giustifica: “nessuna spaccatura”.

C’è maretta, in casa Pd. Acque agitate dopo l’elezione di Stefano Vallani a vicepresidente del Consiglio Comunale di ieri sera. Vallani ha vinto la “sfida’ con la collega di partito Elisa La Paglia, non senza qualche “colpo di teatro’, che da una parte sottolinea profonde divergenze di vedute, dall’altro scatena mugugni e polemiche. “La doppia candidatura di due consiglieri comunali del PD al ruolo di vice presidente del Consiglio Comunale di Verona non è in alcun modo rappresentativa di una spaccatura all’interno del partito”, la nota dei segretari Facincani e Ugoli.
“Nella vicenda il PD ha seguito la prassi istituzionale, chiedendo ai gruppi di minoranza, cui compete il vice presidente, la disponibilità a votare ed eleggere un proprio consigliere ed ottenendola da tutti sul nome di Stefano Vallani che quindi è stato indicato formalmente dal PD come candidato. La consigliera Elisa La Paglia ha ritenuto, pur a fronte di tale scelta, così motivata e condivisa politicamente, di portare avanti in modo autonomo la propria candidatura, motivandola con la “questione della parità di genere”.
Senza nulla togliere alla questione posta, la cui importanza e rilevanza è giustamente molto sentita soprattutto all’interno del PD, è doveroso osservare che essa è mal posta in questa situazione dove il nome doveva essere il più condiviso dall’intera minoranza e non essere deciso solo dal nostro partito. Questione dunque schiettamente politica e democratica. Dispiace che questo sia il motivo che ha portato Elisa La Paglia ad una scelta individuale e non condivisa, ma che sicuramente non determina alcuna spaccatura all’interno del partito che guarda alla parità di genere, in politica, come in tutti gli aspetti della vita, come un obiettivo su cui spendersi in modo importante. Ci si chiede perché questo tema, che ora gli esponenti di maggioranza cavalcano per dileggiare il PD, non sia stato considerato dalla maggioranza stessa quando ha eletto presidente e vicepresidente vicario (entrambi maschi) di propria competenza. Solo il vice presidente di minoranza, secondo loro, deve rispettare la quota di genere. Argomento dunque del tutto strumentale per attaccarci. Argomento cui certo sarebbe stato meglio non dare il la’. Non la pensa così, Paola Bressan, consigliere di Forza Italia.
“Occasione persa per il PD, ieri sera in Consiglio Comunale dove per una volta poteva essere protagonista della scena politica cittadina. Invece, così come sono campioni nel deridere chi amministra, altrettanto lo sono a diventare macchiette quando sono loro sotto i riflettori. Ieri sera è emersa solo la loro spaccatura interna: i consiglieri del PD sono solo in tre e si sono candidati in due, ma solo perché il capogruppo non può farlo altrimenti si sarebbe candidato anche Benini. Altrettante idee confuse sono quelle di Michele Bertucco che ha dato il suo voto a sostegno dell’ormai palese accordo elettorale fra il suo acerrimo nemico Tosi e la parte del Pd che fa capo a Benini. Come dire: quando c’è qualche convenienza, i valori possono anche aspettare’, aggiunge Paola Bressan, che poi punta il mirino su altri obiettivi.
“In definitiva, il Pd aveva la possibilità di dimostrare con i fatti la lezione del Governo sulla parità di genere, invece anche a Verona come a Roma, per la carica istituzionale di vicepresidenza del Consiglio Comunale il Pd ha scelto le logiche di corrente sacrificando la collega Elisa La Paglia. Ancora una volta, una dimostrazione di incoerenza ma soprattutto che la tutela dei diritti è un elastico, da tirare solo quando fa comodo. Una bella occasione persa. Detto questo, i nostri auguri di buona lavoro al vicepresidente Stefano Vallani”.