Il Pd detta la linea sulla Fondazione Arena ed è difficile credere che il sindaco Damiano Tommasi non sia d’accordo con i segretari provinciale Franco Bonfante e cittadino Alessia Rotta. La linea è quella di “azzerare la società Arena di Verona srl che si occupaa dell’extralirica e riportare la gestione in house, cioè sotto l’ala di Palazzo Barbieri’. E’ stata la decisione della sovrintendente Cecilia Gasdia di rinnovare la governance di questa società a creare un ulteriore scontro con il Comune, con l’ultimo Consiglio di indirizzo finito malissimo. “L’Arena è un bene della città. Cosa significa questo? Che l’interessedi tutti deve prevalere sugli interessi dei privati. Che la collaborazione tra Comune, Fondazione e chi organizza i concerti è necessaria” dicono Bonfante e Rotta. Quindi, “le scelte artistiche e di accesso all’anfiteatro devono essere trasparenti, i costi ovvero le esternalità sulla città devono essere ricomprese nei costi di affitto dell’Arena. Per tutti questi motivi il dialogo tra amministratori della città, chiamati, per il loro incarico, a vigilare sui beni pubblici e sul loro utilizzo, e chi affitta e organizza i concerti in Arena deve essere costante e continuo, ad esempio per evitare la sovrapposizione di eventi. Questo sarà tanto più importante in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Nell’ultimo anno ciò non è avvenuto, o è avvenuto in maniera insufficiente”. In particolare Bonfante e Rotta insieme con il gruppo consiliare sottolineano che “risulta inopportuno che questa gestione stia già preparando contratti per il 2024 e 2025 quando sappiamo bene gli eventi che il Comune ha in programma, sia sportivi che non, e che ci si deve preparare per le cerimonie olimpiche del 2026”. “Ora sembra che la situazione sia arrivata ad un punto di svolta: come è noto è in atto un’azione legale per l’autoproclamata facoltà da parte della Sovrintendenza della Fondazione Arena di nominare il CdA di Arena di Verona srl, scelta che anche il Ministero ha ritenuto illegittima. Come Partito Democratico appoggiamo l’azione del sindaco, che a fronte di un atteggiamento a dir poco irrispettoso e poco collaborativo da parte della Sovrintendenza, ha portato fin troppa pazienza. E aggiungiamo che questo delle nomine di Arena di Verona Srl (De Cesaris e Piva) non è, a nostro avviso, l’unico elemento di criticità nella tenuta dei rapporti tra Comune e Fondazione Arena”.
“Sì a recesso del contratto e diffida”. “Il Comune riprenda il controllo degli eventi in vista delle Olimpiadi”. Tommasi che farà?
Il gruppo del Pd solleva una serie di dubbi anche giuridici sulla legittimità dell’operato della Fondazione. “Ci riferiamo in particolare alla deliberazione di Giunta comunale numero 384 del 15 aprile 2022, approvata dalla giunta Sboarina che ha deliberato lo schema di accordo per la concessione in uso gratuito dell’anfiteatro Arena a Fondazione Arena di Verona e, in sub concessione, ad Arena di Verona Srl, per il periodo 2022-2025. Ai sensi dell’articolo 42, comma 2 lettera I del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) la decisione, a nostro avviso, avrebbe dovuto fare un passaggio in Consiglio Comunale, cosa che non è avvenuta”. Inoltre, “il citato dispositivo stabilisce che le Concessioni debbano essere di competenza consiliare. Inoltre, negli atti fondamentali precedenti non veniva citata la possibilità della sub-concessione, aspetto tutt’altro che marginale”. “Solleviamo dubbi”, proseguono gli esponenti del Pd, “ anche sulla lettera i) dei citati articoli e commi, poiché le spese e/o le mancate entrate di concessioni pluriennali sarebbero di competenza consiliare”. La strada secondo il Pd è la revoca della concessione e del contratto con Fondazione Arena per l’extra lirica. Spiegano Bonfante e Rotta: “Il Pd condivide pienamente l’azione svolta dal sindaco, intesa a salvaguardare l’immagine della città e degli spettacoli lirici ed extra-lirici. Con grande responsabilità e pazienza Tommasi ha evitato all’inizio ogni scontro istituzionale; ha promosso la trasparenza e invitato la Sovrintendente ed i componenti del CdA ad un confronto aperto in Consiglio Comunale; ha svolto un ruolo determinante per la definizione transattiva di molte cause di lavoro del personale dipendente ed in particolare di quello precario; ha autorizzato i concerti extra-lirica anche se ne poteva fare a meno ed è stato in prima linea affinché il Centesimo della stagione lirica in Arena si svolgesse regolarmente”. “Non si può affermare, invece che sia stato collaborativo il comportamento della Sovrintendenza e della parte politica che la sostiene, incapace di accettare ancor oggi il risultato delle elezioni comunali. Riteniamo come Pd che, per il bene della città, sia giunto il momento di fare un passo ulteriore: va avviata al più presto la procedura di recesso dal contratto di concessione e subconcessione, diffidando Arena di Verona srl dallo stipulare contratti con gli artisti per il 2024. Volendo, poi, vi sono inoltre i presupposti per la revoca della concessione nei confronti di Fondazione Arena e conseguentemente della sub-concessione ad Arena di Verona s.r.l., poiché gli atti compiuti dalla Sovrintendente sono risultati illegittimi ed invita il sindaco a valutare, anche mediante un approfondimento giuridico, tale ipotesi”. “Solo azzerando tutto possono tornare le condizioni di un dialogo utile a ripartire”. Peraltro tale scelta darebbe maggiore autonomia al Comune nella programmazione ed esecuzione dei lavori in Arena in previsione delle Olimpiadi invernali 2026, “Si valuti inoltre la possibilità da parte del Comune di riportare, come accadeva in passato, in house la gestione dei concerti, per garantire coordinamento tra le iniziative sportive e culturali e tariffe adeguate per gli eventi con un’ottica pubblica e non privatistica”. Al sindaco, dice il Pd, questa idea non dispiace.