“Il nuovo stadio? Si fa alla Spianà”. Dopo il fallimento di Esparza-Berthold Il decano degli architetti Luciano Cenna rivela alla Cronaca di Verona lo studio per un nuovo Bentegodi progettato nella zona della Spianà. “Molti vantaggi e il quartiere potrebbe finalmente respirare”. La parola passa a Palazzo Barbieri

Stadio Bentegodi che fare dopo l’uscita di scena della società del messicano Esparza e dell’ex gialloblù Berthold che volevano creare dal nulla lo Stadio Arena, società dichiarata in fallimento dal Tribunale Il sindaco Tommasi punta a riqualificare il vecchio stadio con un paio di milioni di euro in vista dei possibili Europei di calcio nel 2032, e poi? Sta ancora in piedi un progetto di nuovo stadio dopo che la città è rimasta con una sola squadra, l’Hellas, in serie A? E dove caso mai si può fare il nuovo impianto per alleggerire un quartiere ormai allo stremo delle forze e della pazienza?

L’architetto Luciano Cenna, decano dei professionisti con lo studio Arteco, rilancia un’idea nata qualche tempo fa e sempre attuale.

Cenna lo spiega con parole sue ai lettori della Cronaca di Verona.

“Il recente fallimento dell’iniziativa conosciuta come “Stadio Arena” per la soluzione adottata dal progetto che riprendeva il formato e il linguaggio del nostro Anfiteatro, mi suggerisce di tornare sull’argomento di un nuovo stadio andando a rispolverare una proposta che, come Arteco, avevo fatta oltre una decina di anni fa con mio figlio Giovanni, pure architetto. Non si trattava di mettere a norma l’attuale struttura e di arricchirla di attività complementari, conservando così gli attuali noti inconvenienti di ubicazione, bensì di spostarla nell’area della Spianà dove poteva, e ancora potrebbe, avvalersi di alcuni fondamentali fattori decisamente positivi come: ampie superfici di parcheggi già esistenti; rete viaria interurbana che proprio in quel tratto già si interconnette con quella urbana; proprietà pubblica di grandi superfici di suolo; per non parlare del dono al quartiere e alla città reso possibile dal conseguente ricupero di molte migliaia di mq, (oltre 80.000) utilizzabili per verde pubblico di quartiere, piazza , mercato settimanale, eventuali attrezzature urbane ecc. e per il cessare dell’onere di ospitare ogni domenica il caos delle partite nel bel mezzo del quartiere”.

“Naturalmente il tempo trascorso da quei giorni ad oggi potrebbe rendere necessario un adeguato intervento di riaggiustamento della proposta, sia della parte strettamente sportiva, che di quella civile”.

“Ma poi, solo il pensiero che la Spianà possa ospitare attività sportive congeniali, (pensiamo solo alla opportunità di traslocarvi gli impianti ora nei valli delle Mura Magistrali liberandole da questo intollerabile vincolo) conferisce alla proposta il diritto ad un suo attento approfondimento”. No all’Acquapark per il surf alla Spianà, ma lo stadio nuovo non andrebbe bene?