Qualche giorno fa è stata celebrata la Giornata contro il Bullismo. Il simbolo alla sua lotta raffigurato in un nodo blu, rappresenta attraverso l’immagine dell’intreccio l’obiettivo di creare una rete di prevenzione e tutela. Tale rete deve evolvere nel tempo al fine di divenire sempre più fitta ed efficace perchè questo fenomeno si configura come una vera e propria piaga sociale. Il termine “bullismo” deriva dall’inglese “bull” che significa “toro” e dal verbo “to bully” che significa “prevaricare qualcuno”. Tante e diversificate sono le descrizioni di bullismo, telefono azzurro da sempre affianco a chi è vittima di violenza, lo definisce così «Per bullismo si intendono tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino o di un adolescente, definito bullo o da parte di un gruppo, nei confronti di un altro bambino o adolescente percepito come più debole, la vittima». Il bullismo si basa su tre principi: l’asimmetria nella relazione, l’intenzionalità e la persistenza nel tempo. Le tipologie di bullismo attualmente conosciute sono: il bullismo verbale che include provocazioni, minacce, insulti, commenti inappropriati; il bullismo socio relazionale finalizzato a danneggiare la reputazione e le relazioni con azioni volte a isolare, imbarazzare, diffamare; Il bullismo fisico che si manifesta attraverso comportamenti violenti, ma anche tramite la sottrazione o distruzione di beni personali; il cyberbullismo dove il cyberbullo, protetto dal distanziamento garantito dall’uso di strumenti virtuali, può postare maldicenze, diffondere materiale privato che riguarda la vittima o addirittura appropriarsi della sua identità. Secondo un’indagine ISTAT il 50% dei ragazzi intervistati, di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, riferisce di essere stata vittima di bullismo; tra questi, 1 su 5 dichiara di aver subito offese o violenze una o più volte al mese; in circa la metà dei casi la frequenza diventa più opprimente e in alcune situazioni arriva a essere giornaliera. Non si tratta mai di “ragazzate” ma di reali soprusi che possono lasciare segni indelebili. L’essere stati vittime di bullismo può causare infatti una serie di conseguenze psicologiche negative, dalla tendenza all’isolamento al calo dell’autostima, è inoltre un fattore di rischio per lo sviluppo di una serie di disturbi psichiatrici che possono riguardare i disturbi d’ansia, i disturbi dell’umore, i disturbi del sonno, i disturbi psicosomatici, i disturbi alimentari.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta