È ritornata nella nostra città, sabato 18 maggio, la “Notte Europea dei Musei”, manifestazione nata nel 2005 in Francia con l’intento di creare una grande festa collettiva in occasione della “Giornata internazionale dei Musei”. L’iniziativa, patrocinata da UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) e Consiglio d’Europa, si propone di rafforzare il ruolo sociale dei musei (contenitori di storia, arte, cultura, innovazione) per renderli spazi vitali di divulgazione “del patrimonio culturale e dell’identità nazionale ed europea”, spiega Marta Ugolini, assessora alla Cultura del Comune di Verona. Il tema scelto quest’anno riprende due obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (l’educazione di qualità e la ricerca aperta a nuovi orizzonti) per rimarcare il ruolo fondamentale delle istituzioni museali “nell’arricchimento delle culture, nello scambio, nella comprensione reciproca, nella cooperazione e nella pace fra i popoli”. Promotrice delle due esperienze collegate è l’organizzazione non governativa ICOM (International Council of Museums) che rappresenta, a livello internazionale, le professioniste e i professionisti del settore. Anche Verona ha colto l’opportunità di aderire offrendo a cittadini e turisti alcuni suggestivi percorsi. Al Museo Archeologico Nazionale la guida coinvolgente dello staff interno ha mostrato al pubblico le sale di Preistoria, Protostoria, Età del Ferro e Romana (aperta in anteprima assoluta) e fatto riemergere dalle tenebre, grazie a un originale allestimento luminoso, i preziosi reperti. Il circuito dei Musei Civici, invece, ha proposto due siti simbolici della città: le Arche Scaligere (con visita condotta dalla storica dell’arte medievale Giulia Sartea e introduzione musicale offerta dalla Società Amici della Musica) e il Cortile di Castelvecchio (con visita agli scavi e racconto degli archeologi Alice Ferrara e Dario Monaco). Sempre in concomitanza con le due manifestazioni, alla Fondazione Miniscalchi-Erizzo bimbe e bimbe sono diventati “Direttori per un giorno” entrando nei depositi, nei laboratori e negli archivi museali alla ricerca di oggetti curiosi e opere inedite da valorizzare ed esporre.
Anche Palazzo Maffei ha partecipato con “Art for All. Arte alla portata di tutti”, itinerario guidato alla “scoperta di un mondo dell’arte senza limiti”. Con queste iniziative (rispondendo alle linee guida dell’International Council of Museums) i musei si ripromettono di diventare “spazi democratizzanti, inclusivi e polifonici per il dialogo critico sul passato e sul futuro”. Splendide macchine del tempo che consentono di vedere, con occhi nuovi, i momenti cruciali di tante storie, avvicinare contesti lontani e comprendere svariati punti di vista. Visitare i musei, oltre a migliorare il benessere individuale, rappresenta un eccellente metodo di apprendimento informale che promuove competenze, atteggiamenti e valori nuovi. L’immersione nei nostri beni culturali ci fa guardare oltre il consueto e offre una “grande varietà di opportunità diverse per i bambini, per i giovani e per le persone mature”, spiega Emma Nardi, presidente dell’ICOM. Il museo del futuro è da immaginare, sempre più, come spazio di condivisione delle risorse e delle conoscenze. Un luogo che migliora l’esperienza visiva, estetica e intellettuale e offre una “visione del mondo più accessibile, inclusiva e sostenibile”. I musei, in quanto spazi educativi e dinamici, conclude Nardi, “ci aiutano a modellare la nostra comprensione del mondo” favorendo la creatività, la diffusione delle idee, la curiosità e il pensiero critico.