Fa già discutere prima ancora di aprire lo sbarco nella città antica di KFC, la catena americana del pollo fritto che ha intenzione di aprire un fast food proprio in Piazza Erbe. Ristoratori ed esercenti sono già divisi e l’asessore al commercio Nicolò Zavarise dice che è sempre fondamentale tutelare una pizza così storica e dall’alto valore culturale. Per KFC si tratta del terzo punto vendita a Verona, dopo quello in Corso Milano eal centrocommerciale Adigeo. Una società ha già avviato le selzioni per 21 posti di lavoro.
Ovviamente si è subito scatenata la polemica politica.
“Piazza Erbe va preservata, si eviti l’insediamento di una catena fast food del pollo fritto. Tra l’altro accanto alla statua di Barbarani, il nostro poeta icona della veronesità, sarebbe un oltraggio”.
A dirlo Flavio Tosi, che ricorda come “proprio la mia amministrazione con una normativa urbanistica tuttora in vigore si era già adoperata per limitare, nelle cosiddette ‘aree di rispetto’, l’insediamento di nuove attività di vendita del prodotto fritto in via esclusiva o prevalente. Noi avevamo fissato il limite al 50% della produzione, oggi proponiamo alla maggioranza di integrare quel regolamento in senso ancora più restrittivo. D’altro canto auspico che anche la Sovrintendenza possa vigilare su ciò che può rientrare di sua competenza, quindi che non sorgano in piazza Erbe insegne di fast food. Ho molto apprezzato quello che ha suggerito ieri sera il Sovrintendente Tinè all’incontro del Rotary all’Hotel Due Torri, cioè di seguire l’esempio di Genova, dove il Comune ha messo sul tavolo una serie di iniziative sulla tutela delle attività storiche per non snaturare il centro storico. ”.
Tosi spiega: “Centro storico che va preservato. In particolare, in questo periodo di post Covid, Verona deve rifiorire puntando sulle sue eccellenze, sulla sua storicità e tradizione, unite a un’innovazione di qualità. Pur con tutto il rispetto che posso avere per il colosso Kfc e il suo business del pollo fritto, credo che oggi più che mai debba essere tutelata la nostra ristorazione”.
Non meno critici sono Tommaso Ferrari e Pietro Trincanato, presidente di Traguardi. “Da anni, dicono,si blatera della vocazione turistica “di alto profilo” di Verona, prima puntando il dito sui negozi di cibo etnico e poi sostenendo la necessità di dotare il centro storico di un hotel 5 stelle superior a uso e consumo di una clientela extra lusso.
Va da sé che ai proclami dovrebbero seguire le azioni, fra le quali una attenta pianificazione dell’offerta e dei servizi dedicati in massima parte, ma non solo, ai turisti.
Con tutto il rispetto per ogni attività economica, ma non ci stupisce la notizia dell’apertura dell’ennesimo esercizio da “mordi e fuggi” nel cuore della città antica. Questo fatto ci riporta con i piedi per terra, ossia al declino qualitativo che è ormai sotto gli occhi di tutti ed è testimoniato anche dal fatto che non si riesca (o non si voglia) arrivare a una soluzione per ridare un minimo di dignità a uno dei biglietti da visita del centro, cioè il Cortile di Giulietta.
Siamo dell’idea che tra i vari compiti dell’Amministrazione comunale ci sia anche quello di valorizzare concretamente l’identità di Verona come città d’arte, promuovendo azioni di rilancio a partire dall’agevolare l’apertura di attività che siano in linea con l’attitudine al bello della nostra città. Serve a poco complimentarsi con se stessi per avere tra le mani “la città più bella del mondo”, se non si investe seriamente su un’offerta e una programmazione di qualità”.