“Il mobile è vivo, lo dicono le cifre” Lignum e 20 sindaci della Provincia: "Non siamo un distretto di botteghe polverose"

“Il settore del mobile è vivo, sbaglia chi lo considera morto e sepolto”. Il Distretto del Mobile di Verona, Padova e Rovigo (Lignum) assieme a venti sindaci, reagisce così a un recente servizio che descriveva il mobile come “un settore alla frutta”. “Ringraziamo per il supporto e l’adesione anche Casa Artigiani nella figura del Dott. Andrea Prando e di Tiziano Mirandola. Nessuno nega le difficoltà incontrate e vissute dal comparto del mobile, che ha però questi numeri: una filiera che conta 1207 partite iva attive, 6700 addetti occupati, che esporta in 53 paesi nel mondo, e realizza 1,09 miliardi di fatturato annuale complessivi può avere difficoltà ma non può certo essere “morta”.
“Non solo continuano a fiorire arti come l’intaglio, l’intarsio, la foglia oro, il restauro, che pure scontano la diminuzione internazionale di richiesta di arredamento in stile e di mobili classici. Siamo anche il territorio dove giovani imprenditori si rimboccano le maniche ogni giorno per creare sistemi nuovi di lavorare e proporre il legno: la progettazione, il su misura, il contract, la sartoria al servizio delle grandi firme internazionali. Dal Sudafrica alla Russia, Lignum assieme alle amministrazioni del territorio ha ospitato delegazioni istituzionali in visita, aprendo le porte delle sue aziende e superando i limiti di chiusura e rivalità che da sempre avevano appestato il territorio. Il rilancio dell’immagine del made in Verona e in Veneto sta ottenendo frutti insperati e i risultati del post-lockdown sono tutto tranne che negativi.
Il danno apportato dall’articolo in questione riguarda, però, il territorio tutto indicato come ricettacolo di ignoranza, ignavia e negatività. Abbiamo aziende che esportano in Russia, negli Stati Uniti e in Estremo Oriente con showroom monomarca all’estero, abbiamo eccellenze che progettano e prototipano per i migliori brand del Made in Italy, abbiamo laboratori che lavorano per le firme del design italiano ed internazionale. Oltre al mobile classico, il Distretto del Mobile di Verona promuove lavorazioni del legno in stile moderno, contemporaneo e decò, con inserti multimateriale. Rimaniamo il Distretto del legno massello italiano, l’unico
C’è un limite comunicativo e di marketing, nel senso che tutto questo è ancora raccontato troppo poco, e può passare in sordina soprattutto per coloro che non vogliono sporcarsi le scarpe ed entrare nelle ebanisterie e nelle industrie di Verona, Padova e Rovigo.
All’estero ci apprezzano e riconoscono, come in molte regioni d’Italia. I veronesi, e tutti gli abitanti del Veneto, in particolare oggi, di fronte alle difficoltà suscitata dalla crisi del Covid 19, dovrebbero essere incentivati ad acquistare in loco e a conoscere le realtà locali, a Km 0: devono sapere che non siamo un Distretto di botteghe vecchie e polverose, ma un tessuto ricco di realtà capaci di seguire anche clienti privati, giovani e bisognosi di funzionalità attuali. Qualità, possibilità di acquistare dai produttori, ed etica con la decisione di creare economia sul territorio sono valori messi a rischio da un articolo che pontifica la morte del mobile e della pianura veronese”.