“Le immagini sono potenti e colpiscono dove le parole non possono arrivare”, dice Gabriele Dell’Otto, illustratore dell’iniziativa “Dante, profeta di speranza” giunta, nel 2024, alla sua terza tappa espositiva. Dopo “Il Mio Inferno” (proposto nel 2022 al Bastione Maddalene) e “Il Mio Purgatorio” (inserito nel 2023 all’interno delle mura di Castel San Pietro), quest’anno il percorso multisensoriale riutilizza la magia del castello per un approfondimento dedicato al Paradiso, aperto fino al prossimo 16 giugno.
La programmazione prevede la possibilità di recuperare le precedenti tappe (Inferno e Purgatorio) grazie a visite guidate in varie località italiane (tra queste, in particolare, si segnala il nuovo allestimento de “Il Mio Purgatorio” disponibile a Trevenzuolo, fino al 31 maggio). L’intero progetto è organizzato da Associazione Rivela, Casa Editrice Cento Canti e Chiesa di Verona con il contributo e il patrocinio di molti attori del territorio, tra cui il Comune di Verona e il Ministero dell’Istruzione. Attraverso il singolare punto di vista del curatore Franco Nembrini (pedagogista e saggista), il pubblico ha un’opportunità (di riflessione, dialogo e incontro) pensata per avvicinare le persone a un capolavoro letterario spesso concepito come difficile o troppo colto. L’evento propone, anche in questa edizione, l’opera “El Dante” (di Adelfo Galli) raffigurante il Sommo Poeta mentre guarda, travolto e commosso, l’amata Beatrice.
L’esperienza, gratuita con prenotazione sul sito web dedicato, apre lo sguardo a quesiti esistenziali sempre attuali per fornire spiragli di speranza e serenità con esempi concreti di vita. Esplorare gli spazi di Castel San Pietro nell’intenso viaggio immersivo de “Il Mio Paradiso” (reso ancora più affascintante dai ritrovamenti emersi nei recenti lavori di scavo archeologico) diventa un’occasione di superamento dei limiti terreni. Le tante tappe dell’itinerario ci accompagnano in un ideale visita dei nove “cieli” danteschi governati da intelligenze angeliche e schiere di beati.
Obiettivo dichiarato è consegnare alla comunità cittadina la visione condivisa di una fiduciosa lettura della nostra comune condizione umana. In questa prospettiva la Divina Commedia diventa un testo ispiratore e contemporaneo grazie alla riscoperta della figura di Dante, un saggio interlocutore capace di “descrivere le situazioni che anche noi viviamo”, spiega Sara Cambi, una delle giovani guide coinvolte nel progetto. Tra gli aspetti più originali della visita emerge la partecipazione volontaria di un consistente gruppo di studentesse e studenti delle scuole secondarie (formato sui temi danteschi in un percorso di competenze trasversali che prosegue da oltre tre anni). Avevamo già conosciuto queste giovani ed entusiaste guide tra i “gironi” dell’Inferno, alla scoperta della sofferenza del peccato (visualizzata come un enorme caos esistenziale che impedisce di vedere, nel labirinto delle umane debolezze, la via d’uscita) e nelle “cornici” del Purgatorio (luogo di espiazione delle nostre tendenze peccaminose).
Ora, nella nuova prospettiva del Paradiso, la loro testimonianza ci propone di immaginare una “vita ritrovata in tutta la sua pienezza e in tutto il suo colore”.
Chiara Antonioli