E dopo l’hotel di lusso a Palazzo Bottagisio, arriverà in centro storico anche l’hotel Marriott nel complesso di via Rosa-via Garibaldi dell’ex Cassa di Risparmio-Unicredit. Infatti il Consiglio di Stato ha respinto con sentenza il ricorso in appello presentato da alcuni albergatori in merito al cambio di destinazione d’uso, da direzionale a turistico/ricettiva e commerciale degli immobili di proprietà di Dea Capital Real estate SGR spa delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio, in cui dovrebbe sorgere un albergo di lusso della catena internazionale Marriott. Il ricorso d’appello è stato ritenuto infondato in quanto non è stata dimostrata alcuna concreta posizione di interesse ad ostacolare l’iniziativa. Ora la proprietà inizierà quindi i lavori per l’adeguamento degli immobili alla nuova destinazione alberghiera riconosciuta nel Permesso di Costruire rilasciato nell’anno 2022 dal Comune di Verona, dopo una delibera del Consiglio comunale. Da sempre Fondazione cariverona aveva criticato il ricorso di questi albergatori sostenendo che intendevano ostacolare la libera concorrenza e il libero mercato. Pertanto in via Forti la decisione del Consiglio di Stato è stata accolta con soddisfazione: “Esprimiamo piena soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato che ha confermato la legittimità del progetto di riqualificazione dell’area di via Garibaldi, respingendo definitivamente il ricorso presentato contro l’intervento e condannando gli albergatori appellanti – Accademia Srl (Hotel Accademia), Sweet Dream s.r.l. (Hotel Giulietta Romeo), Hotel Verona s.r.l, Albergo Fontana s.r.l., Hotel Colomba D’Oro s.p.a., Hotel Ristorante Bologna s.r.l., Duetorrihotels s.p.a. – al pagamento delle spese di giudizio in favore del Comune di Verona, Dea Capital SGR S.p.a. e Fondazione Cariverona”. “Questa sentenza – prosegue la nota di Cariverona- ribadisce l’importanza di una visione di sviluppo equilibrata e orientata alla crescita del territorio, nel rispetto delle regole e delle esigenze di evoluzione urbanistica ed economica di Verona. La realizzazione di questo progetto, infatti, rappresenta un’opportunità di rilancio economico e turistico per la città, con ricadute positive in termini di occupazione, valorizzazione degli spazi urbani e adeguamento delle infrastrutture in vista di eventi internazionali di grande rilevanza, come – ad esempio – le Olimpiadi Invernali 2026”. Tuttavia i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato hanno tenuta ferma l’iniziativa alberghiera che vorrebbe portare in città una clientela business e lusso di cui secondo molti osservatori si sentirebbe la necessità. E ha probabilmente generato anche una perdita patrimoniale per la quale non si escludono volontà di rivalsa. “Non possiamo fare a meno di sottolineare il grave ritardo imposto al territorio e alla sua capacità di attrarre investimenti – conclude Cariverona – a causa di un contenzioso che, con oltre due anni di battaglie legali, ha rallentato la realizzazione di un’opera strategica per la città, generando un pregiudizio patrimoniale per il quale, alla luce degli esiti dei ricorsi, si valuteranno ulteriori tutele. Il mancato sviluppo compromette la competitività del nostro territorio e ostacola la crescita di Verona in un contesto sempre più sfidante”. Contro i nuovi alberghi di lusso in centro storico, autorizzati con deroga urbanistica, si sono già espressi con voto contrario gli esponenti di Sinistra italiana che sostengono la maggioranza di Tommasi. Dopo il Bottagisio, ora arriva questo nuovo capitolo, peraltro già approvato anche dal Consiglio comunale. Si attendono reazioni sul fronte politico come per esempio quella di Giorgio massignan di Veronapolis da sempre critico sulle deroghe urbanistiche. “il vero errore delle Pubbliche Amministrazioni è l’uso improprio della deroga, che annulla il valore della pianificazione. Il potere di pianificare e di decidere, anche le eventuali deroghe, in modo discrezionale, rappresenta un efficiente sistema di controllo e di selezione. Definire di pubblica utilità un hotel di 140 stanze in un centro storico che si sta spopolando e che si è trasformato in un contesto di consumo turistico, è una beffa per tutti coloro che credono ancora nell’oggettività della pianificazione pubblica”. MB