“Il lesso con la pearà è come l’Arena” “Intoccabile, lo facciamo tutti i giorni dell’anno”. Al Ciottolo, come essere a casa...

Idee chiare e una gentilezza che conquista. Sono i tratti distintivi di Federica che, assieme a Shadi, porta avanti le sorti dell’Osteria Il Ciottolo: “Provengo da una famiglia di ristoratori, sono nata tra i tavolini del ristorante di mio nonno a Monzambano, anche se sono veronesissima di nascita. Questo è il terzo locale che gestisco, e quando ho dovuto scegliere tra Mantova e Verona, non ho avuto dubbi”.
Da 15 anni esatti con la voglia di portare i sapori della classica osteria veronese, in una zona strategica tra Castelvecchio e Porta Borsari. Per far assaporare il tepore dello stare in famiglia, tra soffitti a vela e quell’atmosfera da centro storico: “L’idea di partenza è sempre stata questa, e anche i nostri clienti veronesi hanno apprezzato fin da subito. Siamo gente semplice, e il complimento più bello è quando ci dicono di sentirsi come a casa”.
Federica, da chi è composta l’osteria?
Io e Shadi abbiamo più che altro ruoli gestionali, oltre che quello di accogliere i clienti, anche se con tutte queste regole, ci stanno facendo diventare dei controllori più che dei gestori. Poi abbiamo un team veronese in cucina e in sala.
Come sta andando la ripartenza post chiusure?
Abbiamo aspettato un po’ prima di ripartire, anche se il Comune ci aveva concesso un pezzo in più di plateatico. Devo ammettere che è stata un’estate pienissima come non mai, speriamo di proseguire così.
Il nome l’avete scelto voi?
No, abbiamo tenuto il nome della gestione precedente, un bar che si chiamava “Il ciottolo: incontri dolci e salati”. A noi piaceva perché prende spunto dal nostro pavimento e dà l’idea della città antica: queste stanze infatti erano le rimesse di palazzo Canossa.
Quali sono i piatti che vanno per la maggiore?
Abbiamo un menù fisso composto dalle tipicità veronesi come i bigoli con la pastissada, il risotto all’Amarone, lo stracotto di musso. Dei fuori menù in base alle stagionalità, la trippa, i maccheroncini zucca e tastasal, per dire. E poi prepariamo il lesso con la pearà tutti i giorni, per noi è come l’Arena: intoccabile”.
E come Verona, siete il locale dell’amore, da quello che mi raccontavi…
Sì, cinque anni fa durante il periodo dell’opera con il locale pieno di gente, c’era un tavolo con una coppia di americani. Lui ad un certo punto si alza, e s’inginocchia chiedendole di sposarlo. E scattano gli applausi a scena aperta.

LA RICETTA DEL GIORNO: “Il segreto delle pappardelle”

Raccontaci il sugo?
Una base di soffritto grossolano di sedano carote cipolle, su cui va messa l’anatra tagliata al coltello, non macinata. Sfumata poi con del vino bianco, con l’aggiunta di rosmarino sale e pepe. Cotta un paio d’ore e servita in bianco.

Pasta fresca?
Sì, pappardelle o bigoli

Vino da abbinarci?
Un Valpolicella classico Scriani.

Prezzi?
Coperto 1.90€, primi 9/12.50, secondi 14.50, dolci 5.