Una foto che è la fine di un’epoca. Quella felice di zio Uccio Valcareggi, in panchina. Il suo cicli finisce qui, senza troppa gloria, ai Mondiali di Germania 1974. Come succede spesso in questi casi (sarà così anche per Bearzot e poi per Lippi), Valcareggi porta in Germania un gruppo che assomiglia molto a quello del Messico 1970, dove avevamo chiuso al secondo posto. Ma son passati 4 anni, gli “eroi” sono un po’ meno giovani e più stanchi. Ma il calcio è fatto anche di sentimenti e Ferruccio Valcareggi è uomo d’altri tempi, ci crede, anche a costo di pagare di persona. Ci illude (dopo averci spaventati) il 3-1 ad Haiti, col gestaccio di Chinaglia, sostituito, che manda a quel paese Valcareggi in mondovisione. Il segnale di un gruppo che non c’è, anche dentro lo spogliatoio. L’1-1 sofferto con l’Argentina ci tiene in corsa, ma la sfida con la rivelazione Polonia è da dentro o fuori. L’incornata di Szarmach che supera Morini (foto) e infila Zoff è la sintesi del Mondiale. Si parla anche di un tentativo di addomesticare il match (prima e durante il match), respinto dagli incorruttibili polacchi. Finisce 2-1 per loro. L’Italia torna a casa.