Ancora cattive notizie sul fronte assistenza e così le Ipab scaligere lanciano il loro grido d’allarme.
Durante la conferenza stampa di oggi a “Villa Monga’’ i relatori hanno posto l’attenzione sulle preoccupazioni inerenti la situazione economica e gestionale che grava sulla vita degli enti deputati alla cura e all’assistenza degli anziani.
L’avvocato e presidente dell’Istituto Assistenza Anziani, Franco Balbi, introducendo l’argomento, ha sottolineato la gravità dell’emergenza in cui attualmente la nostra città si trova evidenziando che la maggior parte delle problematiche in tema di assistenza derivano da una richiesta che continua a crescere in modo esponenziale alla quale si risponde con scarsità di personale socio-sanitario e con una mancanza di finanziamenti economici adatti ad affrontare l’emergenza.
Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti la presidente della Conferenza delle Ipab Veronesi Manuela Tomasi, il presidente dell’Istituto Assistenza Anziani Franco Balbi, il segretario della Conferenza Francesco Zantedeschi, il presidente dell’Ipab di Caprino Moreno Dal Borgo, il presidente dell’Ipab di Monteforte d’Alpone Rosario Naddeo e il presidente dell’Ipab di Bussolengo Daniele Foroni.
“È complicato- ha affermato il presidente Balbi- gestire le spese assistenziali e si fa sempre più fatica a reperire il personale. Ci troviamo spesso di fronte a grandi ostacoli’’.
La parola è poi passata alla presidente della Conferenza delle Ipab Veronesi Manuela Tomasi che partendo da un’analisi dei dati ha fatto riflettere la platea sull’importanza di sensibilizzare su questo problema che coinvolge l’intera comunità: “Entro il 2050- ha esordito- saranno oltre 20 milioni gli over 65 sul territorio nazionale ed almeno 8 milioni gli anziani che nei prossimi 10 anni manifesteranno almeno una malattia cronica grave. L’altro dato, che necessita di una riflessione, – ha continuato- è l’inserimento delle famiglie con un over 75 a carico tra le famiglie fragili, ossia a rischio di povertà (fonte LUMSA Roma, indagine statistica). Da un lato quindi i nostri istituti si trovano a vedere aumentate esponenzialmente le richieste di ingresso da parte di anziani non autosufficienti. Dall’altro la crescente gravità e differenziazione delle patologie riscontrate (in particolare l’aumento di demenza, deperimento cognitivo, malattie neurologiche gravi, disturbi comportamentali) determinano la necessità di un maggior numero di operatori e di specializzazione professionale che determina un aumento dei costi di erogazione dei servizi. C è dunque la necessità di riorganizzare il sistema sociale e pensare ad una soluzione a livello nazionale’’, ha concluso.
Un’altra problematica che è emersa durante la conferenza è quella legata ai costi. Oltre all’aumento della richiesta e alla mancanza di personale si aggiunge il fatto che dopo aver sostenuto gli ingenti costi energetici degli anni 2021/22, gli Istituti devono far fronte ad un’inflazione, certificata da Istat dell’8,9%, per il periodo luglio 2022 – luglio 2023 che si ripercuote sugli acquisti di generi alimentari, prodotti per la lavanderia, materiali di pulizia ed ausili per l’incontinenza degli ospiti. Un aggravio di spesa che sta impattando negativamente sui bilanci degli Enti. Ciò determina, se l’andamento dell’inflazione non dovesse rallentare nei prossimi mesi, la necessità di aumentare le rette di degenza quota alberghiera a carico degli ospiti o dei familiari. La presidente della Conferenza delle Ipab veronesi ha inoltre rimarcato l’importanza di conoscere le modalità di accesso alle case di riposo. In Veneto, infatti, esiste un sistema specifico chiamato Svama, ovvero una scheda di valutazione che viene compilata dal medico di famiglia, dall’infermiere e dall’assistente sociale del Comune, che riassume tutte le informazioni utili a descrivere, sotto il profilo sanitario e socio-assistenziale nonché delle abilità residue, le condizioni dell’anziano. Sulla base di questa valutazione si può fare richiesta per accedere alla Rsa. Dalla conferenza è emerso che il problema dell’assistenza riguarda tutti noi e, se non verrà affrontato per tempo e in modo strutturato, graverà sempre di più sulle generazioni attuali e su quelle future.
Francesca Brunelli