“Ero un moseriano e vi spiego perchè”. Riviviamo attraverso le parole dell’indimenticabile Gianni Mura, una delle più grandi rivalità del ciclismo italiano. “Erano due grandi, che nonsi potevano sopportare”, le parole di Mura. “Lo si capiva anche dal modo in cui correvano e vincevano. Uno abituato a dare tutto, Moser. Per questo la gente lo adorava. L’altro più…sparagnino, abituato a stare sulle ruote, perchè sapeva che poi, in volata, aveva le sue carte da giocare”. La rivalità? Curiosa l’interpretazione del grande giornalista-scrittore, scomparso due anni fa. “In Nazionale Alfredo Martini li metteva assieme e si raccomandava che in corsa rispettassero le consegne. Loro dicevano di sì, ma poi, se capitava l’occasione, non si davano certo una mano”. Moseriano perchè? “Perchè mi piaceva questo “darsi” senza risparmio, questo correre anche per la gente, non solo per vincere”. Un po’ il “credo” della sua storia di giornalista. Un esempio per tutti.