“Gli artigiani sono notoriamente un popolo tranquillo e poco predisposto alle manifestazioni di protesta, tuttavia in questi giorni si stanno rendendo conto della grave situazione fiscale che si sta abbattendo su di loro. E’ evidente che adesso, che il governo ha dimenticato chi usa le mani per produrre, assumendosi tutti rischi, avrà grandissime difficoltà a sopravvivere”.
Sono parole dure quelle del presidente di Casartigiani Verona Luca Luppi alla luce delle ultime variazioni della legge di bilancio che in 3 anni ha fatto morire 3 milioni di Partite Iva, tra le quali la stragrande maggioranza è di artigiani e dove il 25% di questi vive sotto la soglia di povertà.
“Ogni anno”, dice, “assistiamo a cambiamenti epocali nel nostro mondo che avrebbe bisogno di stabilità, chiarezza, aiuti, comprensione, agevolazioni vere, semplici ed utilizzabili con una burocrazia ai minimi termini e non di incertezze. Evitiamo di chiederci”, aggiunge, “perché i giovani non vogliono aprire le aziende, perché è chiaro che non vi sono più le condizioni per farlo in questo Paese e la politica è il principale responsabile di questo cambiamento che riporta il mondo produttivo di base ai limiti della sopravvivenza”.
Con un fatturato di 45/50 mila euro, fa notare Luppi pagando tutte le imposte, resta un guadagno netto di 17 mila euro, sui quali gravano altre tasse e gabelle territoriali di ogni genere, senza permessi o ferie pagate, senza il diritto ad ammalarsi e solo il 25% (dati ISTAT secondo cui hanno chiuso negli ultimi dieci anni 257.000 imprese attive pari al 25,8% di quelle operanti) riesce a tenere aperta la Partita Iva fino all’età pensionabile, perdendo tutti i contributi Inps e Inail.
Il reddito medio di una Partita Iva è calato di 8 mila euro negli ultimi 5 anni.
“Un dipendente senza persone a carico”, conclude, “costa al datore di lavoro il 50% in più rispetto al netto che percepisce. E non è tutto, molti hanno optato per la partita IVA come unica soluzione, e lo Stato cosa fa? Prima promette detassa, poi le vessa di controlli, e poi toglie la detassazione. Tutto in 12 mesi. Ma vi sembra una cosa normale – si chiede il Presidente Luppi? Con quale coraggio parlano di carico fiscale ridotto nella micro impresa che tra burocrazia e costi aggiuntivi ancora una volta è ripiombata in un regime di impossibile sopravvivenza. Nel 2020 non avremo alcuna crescita economica, saremo ancora ultimi tra tutti i Paesi Ocse e questo perché resta la tendenza ad uccidere fiscalmente chi produce denaro ed occupazione. Di questo passo della pecora non rimarrà nulla e il governo rimarrà senza pecora e lana”.