“Macchè gol fantasma, era gol…”. Sergio Pellissier sorride amaro. “Eradentro di almeno mezzo metro, non so ancora come non l’abbiano potuto vedere”.
Già, non è questione di Var, di quarto uomo o di diavolerie tecnologiche. La palla era dentro, nettamente. Lo videro tutti, meno due: l’arbitro Paparesta e il guardalinee Papi, sorpresi dalla potenza del tiro di Pellissier. Buffon battuto, la palla batte sotto la traversa, rimbalza dentro la porta di almeno 40 centimetri e poi torna fuori. Dove Buffon la prende veloce e la rinvia, quando si dice la sportività. Tutti si guardano attorno, il Chievo prova a protestare, Paparesta guarda il segnalinee, non c’è l’orologio tecnologico, non c’è niente. “Si gioca”, dice l’arbitro.
L’OMBRA DI MOGGIOPOLI. E’ il 13 marzo 2005, la Juve di Capello (e di Moggi) sfida il piccolo Chievo di Beretta, che dopo un buon avvio, sta lentamente scivolando. I punti pesano il doppio. Lì per lì, l’errore è grave, col senno di poi diventerà gravissimo. Perchè l’ombra di Moggiopoli finirà per avvelenare il calcio italiano gettando ombre inquietanti su scudetti e retrocessioni. E l’arbitro Paparesta, giusto per dire, è lo stesso arbitro che Lucianone Moggi si permise di chiudere a chiave nello spogliatoio di Reggio Calabria. Pensar male è sbagliato (forse), ma a volte (Andreotti dixit) ci si indovina pure.
LA JUVE PASSA NEL FINALE. Già, perchè quando ci si mette il diavolo le confezione bene, le sue storie. Il Chievo che schiuma rabbia (a ragione) e vede sfumare una possibile vittoria, nel finale viene addirittura castigato da una Juve bruttina. Basta un gol di Olivera, meteora uruguagia per dare a Capello la vittoria e lasciare Beretta sotto un treno. “In realtà – dirà poi Capello – il Chievo non meritava di perdere”.
ESPLODE LO SCANDALO. Il finale di stagione è drammatico. Il Chievo, in affanno, a tre giornate dal termine esonera Beretta e chiama Icio D’Angelo, per quella che sembra un’impresa impossibile. Invece, un gol di Semioli darà vittoria a Siena. Una zampata di Mandelli atterrerà il Bologna. E basterà un pari a Roma per centrare la salvezza: lo 0-0 dell’Olimpico, non senza qualche brivido, suggellerà il miracolo di D’Angelo. Più tardi, Moggiopoli getterà ombre nere sul campionato e illuminerà di una luce diversa molti episodi archiviati troppo in fretta. Vero Paparesta?