“Il gioco del Covid? Un’idea da pazzi” Il senatore Pd D’Arienzo contro il sindaco di Minerbe Girardi, uno dei due ideatori del “gioco dell’oca” in versione Covid 19

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“Due sindaci, non casualmente entrambi della Lega (uno è di Minerbe), inventano il “Gioco del Covid”. Giocano e ridono, ridono e giocano con frasi che richiamano le varie e gravi situazioni che si sono determinate in questi mesi. Credendo nella loro luminosa intelligenza, l’hanno reso pubblico pensando di fare cosa giusta”. Così il senatore Pd D’Arienzo, entra “a gamba tesa” contro l’inziativa che ha visto tra i promotori, il sindaco di Minerbe Girardi. D’Arienzo sottolinea senza mezzi termini la gravità dell’iniziativa e sottoline pure il silenzio del leader leghista Salvini.

“Come se non ci fosse un dramma che coinvolge milioni di italiani (decessi, ricoveri importanti, deperimento dell’economia, niente socialità).
A parte l’orrore per due sindaci del genere, sono entrambi da ricovero coatto.
In merito, mi ha scritto tale Davide Ferrari: “Sono uno degli autori del gioco. Sono stato Sindaco per 10 anni e ora sono in maggioranza. Il gioco che abbiamo creato io e Andrea (è il sindaco di Minerbe) va al di là di uno steccato politico e tende a sdrammatizzare il periodo che stiamo vivendo il tutto nel massimo rispetto di chi per il covid ci è passato (due tester del gioco sono stati positivi sintomatici e si sono divertiti). Non ultimo il gioco è gratuito ma invita tutti i giocatori a fare una donazione spontanea direttamente alla Protezione Civile che è stata ed è impegnata a fondo nel fronteggiare l’emergenza Covid. Magari prima di scrivere occorre approfondire l’argomento: www.ilgiocodelcovid.it
Un saluto”.

Dunque, uno degli autori ha rivendicato la bontà della cosa. L’interessato non ha capito che il nodo centrale è l’opportunità morale e sociale (non politica, cosa che peraltro, fa quel “gioco” e ragione per la quale è un gioco di parte) di creare e diffondere un momento di divertimento basandosi fedelmente su atti e fatti che per milioni di persone sono drammatici, per le ragioni che conosciamo.

“Io penso -prosegue D’Arienzo – che sia sbagliato utilizzare questi argomenti per “giocare” o invitare alle donazioni. Ritengo questa differenza di sensibilità e di rispetto un fatto antropologico e culturale e rilevo che nella nostra società non tutti abbiamo il medesimo livello di tolleranza, neanche di fronte a situazioni che provocano la morte delle persone.
Il gioco è sempre gradito, ma nei contesti e, soprattutto, con argomenti che diano la chiara sensazione di sollievo. In questo caso, quel “gioco” è perfino macabro per gli elementi di fatto che impiega”.

E poi, il finale, in cui D’Arienzo fa alcune considerazioni squisitamente politiche. “Un cinismo impressionante. Inutile dire che il loro leader Salvini è rimasto in religioso silenzio, di fatto coprendo questa schifezza!”.